“Il mio personaggio nel film non ha rapporti con le donne, ma si prende degli snack sessuali perché non ha tempo né spazio per una relazione vera. Ma se quello spazio lo prepari, lo apri, poi le cose arrivano, come mi è accaduto nella vita”. Fabio Volo superstar, sullo schermo, come di fronte ai giornalisti, alla presentazione di Studio illegale di Umberto Carteni (Diverso da chi?) la sua ultima fatica come attore, mentre la sera è impegnato in tv con Volo in diretta. E naturalmente la curiosità è alta per i temi extraprofessionali di questo “fenomeno” che si divide tra letteratura, radio, tv e cinema.
Tratto dal romanzo omonimo di Federico Baccomo “Duchesne” e prodotto da Warner Bros con Ibc movie, Publispei e Madeleine, Studio illegale (non proprio di freschissima fattura, visto che sul pressbook si alternano le date 2011-2012) porta giovedì 7 febbario in 340 sale la storia di Andrea, rampante avvocato milanese che non conosce altro se non il lavoro, dove inizia a stargli stretto lo stile cinico e spregiudicato cui è costretto. Soprattutto quando vede il suo collega di stanza gettarsi dalla finestra dello studio per lo stress, nella sostanziale indifferenza dei colleghi. Il suo capo è Ennio Fantastichini: “Un gaffeur, famoso per le barzellette, come in Italia se ne incontrano tanti, anche in Parlamento – ammicca l’attore – Io però per questo avvocato mi sono ispirato a Ghedini“. E’ lui a coinvolgere Andrea in un grosso affare internazionale che gli fa conoscere Emilie (Zoé Félix, che esordisce sugli schermi italiani), affascinante avvocatessa francese della controparte con cui ha in comune il diktat della diffidenza. Perché “questo lavoro è fondato sulla mancanza di fiducia negli altri”, dice nel film. Ma, come spiega il “divo” Volo, “non è l’amore che arriva a far cambiare idea a loro due, ma è lui che libera degli spazi che poi la vita riempie con il sentimento. Come mi è successo nella vita. E nel mio caso, pur avendo messo il lavoro al centro del mio mondo, faccio comunque cose che mi permettono di esprimere la mia creatività e le mie emozioni”. Lui dice che per costruire l’avvocato cinico dello Studio illegale si è ispirato a certi amici che aveva da piccolo in provincia,”piacioni con giacca, cravatta e Rolex: l’abito fa il monaco in quel caso”.
Studio illegale è l’unione di due “fenomeni”: quello del libro di Duchesne, partito da un blog dissacrante sull’ambiente degli avvocati e arrivato in libreria, dove ha venduto 35mila copie, e quello dell’ex voce di Radio DeeJay, anche lui recordman in libreria. E, per la delusione di molte fan, ora ufficialmente fidanzato.
“Questo film – ha concluso poi Nicola Maccanico di Warner Bros – è una proposta interessante per una generazione di mezzo, a cui il cinema italiano non parla spesso. Nonostante la battuta d’arresto del 2012, siamo fiduciosi nelle potenzialità del cinema nazionale”.
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