ANAC e la trasparenza sull’assegnazione dei sostegni selettivi

La priorità per l'Anac è che i circa 32 milioni destinati "siano fortemente orientati alle opere e ai produttori cinematografici che hanno maggiori difficoltà a reperire risorse sul mercato"


L’Anac interviene di nuovo a proposito della trasparenza sull’assegnazione dei sostegni selettivi. con il seguente comunicato: “Il confronto pubblico avviato dall’Associazione Nazionale Autori Cinematografici con la lettera aperta di sabato scorso, relativa alla nomina dei tavoli di lavoro e alla definizione dei criteri con i quali essi opereranno per coadiuvare i 5 esperti previsti dall’art 26 della legge del cinema è stato assolutamente necessario al fine di chiarire  tutti  gli aspetti  sulle relative procedure che si intendono adottare. La nostra richiesta di informazioni si è rivelata legittima ed è orientata a dissipare tutti i dubbi, visto che alla nostra associazione, dai canali  ufficiali e dagli  organi preposti, non era pervenuta alcuna comunicazione.

A tutti gli interrogativi ci auguriamo dia esauriente risposta il Direttore Generale Cinema Nicola Borrelli nell’incontro che abbiamo richiesto in data 25 u.s. tramite una lettera circostanziata che rendiamo pubblica per far meglio comprendere la posizione degli autori dell’Anac. I successivi interventi di altre associazioni del settore – tra le quali, ad esempio, CNA Cinema e WGI – ripropongono alcune richieste sulla trasparenza dei metodi di scelta e di operatività.

Da parte nostra, confermiamo la disponibilità a estendere la partecipazione all’incontro a tutte le associazioni che intendono assumere un ruolo di stretta vigilanza su come saranno assegnati i contributi selettivi. In particolare, l’Anac presterà molta attenzione all’analisi delle prime graduatorie di assegnazione degli stessi. La nostra priorità, infatti, è che i circa 32 milioni, di cui potrà avvalersi quel segmento del cinema italiano più aperto all’innovazione, siano fortemente orientati, come è nello spirito della Legge, alle opere e ai produttori cinematografici che hanno maggiori difficoltà a reperire risorse sul mercato e, soprattutto, a trovare un’interlocuzione presso il sistema dei broadcast.

Vorremmo infine spendere due parole sul sistema francese, spesso invocato, quando fa comodo, per dimostrare la bontà di una soluzione. Sorvoliamo sul fatto che in Francia esiste il Centre National du Cinéma – organo di “autogestione” a garanzia di tutte le componenti del settore. Soffermiamoci, invece, sullo specifico funzionamento delle commissioni, che è esattamente quello che noi avevamo proposto nelle varie audizioni fatte nelle diverse fasi di scrittura della legge e dei decreti. Esso prevede diverse commissioni per ognuno degli ambiti di intervento (aiuto alla scrittura e riscrittura delle sceneggiature; aiuto allo sviluppo dei progetti; alla produzione – OPS, film difficili…; – alla distribuzione; all’esercizio).

I componenti delle diverse commissioni sono pubblicamente noti e selezionati sulla base di liste ufficiali; sono equamente retribuiti e sottoposti a un ricambio annuale. Per ogni commissione sono previsti: un presidente, tre vice-presidenti dei rispettivi collegi formati da 7 membri ciascuno, oltre che una decina di supplenti. Tutto è definito e regolato con efficienza e trasparenza, lungi da soluzioni approntate all’insegna dell’emergenzialità”.

Per maggiori dettagli, si richiama il link del CNC  

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02 Marzo 2018

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