ALLA CONQUISTA DEL GIAPPONE

Dieci minuti di applausi e molta commozione hanno accolto I cento passi, il film di Marco Tullio Giordana che ha aperto a Tokio la rassegna “Viaggio in Italia: il cinema degli anni ’90”. Un entusiasmo che ci ha colpito molto, perché testimonia di come una storia molto italiana, ambientata in un paese siciliano, possa comunicare emozioni e riflessioni a gente così distante, e non solo geograficamente, come i giapponesi.
Ma a tre giorni dall’apertura della rassegna si può ben dire che il grande successo dell’inaugurazione è stato solo l’antipasto della straordinaria accoglienza che il pubblico di Tokio ha riservato ai nostri film. La grande sala sempre stracolma sin dal mattino – in Giappone sono i giorni di festa della Golden Week, analoga al nostro ferragosto -, pubblico attento e curioso, spettatori che attorniano i registi al termine delle proiezioni per saperne di più e chiedere un autografo sul bel catalogo a cura di Futosci Koga.
Folla non solo alle proiezioni, ma anche alla tavola rotonda, seguita dal dibattito con il pubblico, in cui si è discusso di cinema italiano e giapponese. “Viaggio in Italia: il cinema degli anni ’90” è stata promossa, partner il quotidiano “Asahi Jimbun” (11 milioni di copie al giorno), nel quadro di “Italia in Giappone 2001”, la manifestazione organizzata dall’omonima fondazione e dai ministeri degli Esteri, della Cultura e del Commercio estero, che per un anno porteranno in questo paese cultura e prodotti italiani.
Molto conosciuto in passato, negli ultimi vent’anni il cinema italiano è quasi scomparso dagli schermi giapponesi, un vuoto interrotto il mese scorso da Pane e tulipani e ora da questa iniziativa.
Il Giappone è un grande mercato per il cinema, il secondo al mondo dopo gli Stati uniti. E un mercato più aperto degli altri, basti pensare che qui la presenza americana è meno massiccia di quella europea. Ma quando si dice Europa qui si dice Francia – una cinquantina di film venduti e distribuiti ogni anno, i più importanti presentati in un ricco festival che si tiene a Yokohama, – perché quasi nulla è la presenza degli altri paesi; scarsissimi, come si diceva, gli italiani.
La rassegna si è aperta venerdì scorso con una affollatissima conferenza stampa presso l’ambasciata d’Italia a Tokio, presente una autorevole delegazione di artisti: i registi Francesca Archibugi, Marco Tullio Giordana, Mario Martone, Edoardo Winspeare e l’attrice Maya Sansa. Padrino dell’evento il regista giapponese (spiritosissimo) Kitano. I film presentati: I cento passi, Con gli occhichiusi di Archibugi; La mia generazione della Labate; Le acrobate di Soldini; Tano da morire della Torre, Teatro di guerra di Martone; Tu ridi dei Taviani; Radio freccia di Ligabue; La balia di Bellocchio; La lingua del santo di Mazzacurati; Sangue vivo di Winspeare. Nei prossimi mesi i film verranno proiettati, oltre che nella capitale, in dieci città del paese, in un tour inteso a riproporre all’attenzione del pubblico giapponese il cinema contemporaneo italiano.
A Tokio, testimoni del successo del nostro cinema, molti rappresentanti delle regioni italiane, che hanno accompagnato la mostra dei loro prodotti, inaugurata negli stessi giorni. Di qui la proposta di ripetere ogni anno la rassegna, con l’impegno di ogni regione a sponsorizzare (i sottotitoli in giapponese sono molto cari e altrettanto i viaggi) ciascuna un film che comunichi l’immagine del proprio territorio. O, almeno, i più bei film fra quelli che saranno prodotti e che, come già questa volta, saranno selezionati dai critici cinematografici dell’ “Asahi Shimbun”.