Sono epici archi in musica e dettagli materici stranianti, mostrati tra il chiaro e lo scuro, ad introdurre nell’universo McQueen: Alexander McQueen – Il genio della moda è un documentario biografico su quello che viene considerato il prodigio rivoluzionario dell’universo della moda, precocemente scomparso nel febbraio di 9 anni fa, aveva 41 anni da compiere a giorni.
Non solo un creatore di moda e di mode, ma una persona capace di influenzare l’arte contemporanea in genere: diretto a quattro mani da Ian Bonhôte e Peter Ettedgui, il film mostra, racconta e porta dentro un mondo al contempo precursore ed eterno, nella miscellanea tanto armonica quando imprevedibile di tutto ciò che concorre ad essere immagine e immaginario. “Non mi interessava ciò che la gente pensava di me e non mi interessava ciò che io stesso pensavo di me. Quindi sono andato al limite delle possibilità del mio lato oscuro e ho tirato fuori questi orrori dalla mia anima. E li ho messi in passerella”, queste sono parole dello stesso McQueen, per descrivere se stesso.
Tra talento e tormento, McQueen viene raccontato come un cosmo molteplice: ogni sua collezione è stata una dimensione differente dalla precedente e da quella prossima, dove anche il cinema era protagonista; dichiarato l’omaggio al maestro del thriller, Alfred Hitchcock, “musa ispiratrice” di Vertigo, non più un film ma, per McQueen, la collezione autunno/inverno del 2005. Non di meno, è stata anche la mitica passerella sci-fi, L’Atlantide di Platone.
Figlio di un taxista londinese e “figlio” di Givenchy, approda anche a Milano, tra il febbraio e il novembre del 1990 e, senza conoscere nemmeno la lingua né avere un alloggio, in poco più di una settimana riesce a diventare assistente di Romeo Gigli: in questo connubio tra orgoglio delle origini e fame di creatività, dimostra il suo talento, innato.
Il film, organizzato in capitoli che corrispondono a filmati in cassetta con regista/protagonista lo stesso McQueen, si trama e ordisce tra archivio e parole di chi – chiamandolo sempre intimamente “Lee” – quotidianamente ha vissuto con questo creatore di uno stile che, con gli strumenti del lusso, raccontava le sofferenze della contemporaneità, nel ricorso continuo di eterno e futuro, di Natura e tecnologia, di mito, filosofia e psicoanalisi, di eros e thanatos, riuscendo a dar vita ad una moda intoccata dal trascorrere del tempo, anche quello non “giocato” direttamente lui stesso, quello cadenzato dopo la sua “deliberata” scomparsa. Alexander McQueen si è tolto la vita alla vigilia del funerale della mamma, un gesto annunciato.
Il documentario, che ha ottenuto 2 candidature ai Bafta britannici, esce in Italia come film evento, dal 10 al 13 marzo, distribuito da I Wonder Pictures.
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