Il ‘tax credit’-credito d’imposta si configura sempre di più come strada percorribile per il rilancio del cinema italiano, con l’intervento anche di aziende che operano solitamente al di fuori del settore cinematografico. E’ quanto ‘racconta’ la storia de L’arte della felicità del regista esordiente Alessandro Rak, finanziato anche attraverso lo strumento del tax credit, appunto, da Aleteia Communication, e che ha vinto il premio ‘Arca CinemaGiovani‘ nella categoria ‘Miglior Film Italiano’ e la menzione speciale della Fedic, la Federazione italiana dei Cineclub, alla 70ma ‘Mostra del Cinema di Venezia’.
“Abbiamo puntato su questo strumento – spiega a Labitalia Mauro Luchetti, fondatore e presidente di AleteiaCommunication, società capofila dell’omonimo gruppo e agenzia specializzata nella definizione e gestione di progetti di comunicazione integrata – perché crediamo che un’agenzia di comunicazione deve essere attenta alle nuove tendenze e il cinema e’ una di queste. E il film da’ un messaggio importante al cinema italiano. E’ il primo lungometraggio d’animazione per adulti -continua- nel nostro Paese”. E ‘AleteiaCommunication’ si avvia ad essere una ‘veterana’ nell’utilizzo del tax credit. “E’ uno strumento straordinario: noi già l’anno scorso -continua Luchetti- abbiamo finanziato il film di Ciprì E’ stato il figlio.
“Lo strumento funziona cosi’: dando 100 il 40% viene recuperato attraverso l’F24, che è il modulo attraverso cui le imprese pagano le tasse. Il 60% è il capitale a rischio che si investe nella produzione del film. Noi, nel caso del film di Ciprì, l’abbiamo – spiega ancora Luchetti – recuperato quasi tutto, e con il film di quest’anno siamo ormai sicuri di guadagnarci”. . Non mancano però le difficoltà: “Soprattutto burocratiche. E poi la ‘ritrosia italica’ verso le novità, che frena gli imprenditori. Ma serve anche -conclude Luchetti- la conoscenza dello strumento, magari attraverso una consulenza che noi, dopo questi due film, ci siamo attrezzati per dare”.
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