Alessandro Siani: il Principe e il Papa


“Ci voleva proprio una notizia come quella delle dimissioni del Papa, per mettere in luce il mio film!”. La prende sportivamente Alessandro Siani, che presenta a Roma la sua prima prova da regista (oltre che interprete) Il principe abusivo proprio il giorno in cui Sua Santità annuncia la decisione di lasciare a qualcun altro la ferula e la tiara. Il film sarà in sala con 01 in circa 600 copie dal 14 febbraio – data appropriata, San Valentino, trattandosi di una storia d’amore – Se la cava bene l’interprete di Benvenuti al Nord e del sequel Benvenuti al Sud, anche se sa che oggi i giornali saranno per il dimissionario Ratzinger: “Speriamo che si dimettano pure i politici – afferma – e comunque col papa abbiamo qualcosa in comune. Da oggi fino al 28, quando se ne andrà, sarà abusivo pure lui. Come si dice? Dimesso un papa se ne fa un altro”.

 

Poi si parla finalmente del film, una commedia brillante in cui Siani, indigente napoletano che campa d’espedienti, viene coinvolto in un gioco sporco dal ciambellano di corte di un piccolo principato (Christian De Sica), incaricato di incrementare la popolarità della principessa Letizia (Sarah Felberbaum). Il ciambellano ritiene che una storia d’amore con un popolano, sparata ‘ad arte’ sui rotocalchi, sia l’ideale per raggiungere lo scopo. Ma coi sentimenti non si gioca e Antonio (Siani) si invaghisce sul serio… e chiederà proprio al ciambellano di aiutarlo a far innamorare di sé la bella rampolla. Nel cast anche Serena Autieri che si produce con De Sica in due simpatici stacchi musicali, a base di balli e canti.

“Niente di nuovo – ammette Siani – sono meccanismi che abbiamo già visto molte volta, da My fair Lady a Il conte Max fino all’ultimo film di Natale Colpi di fulmine. Si parlava di questo film già prima di Benvenuti al Nord, ma poi dato il successo di Benvenuti al sud il progetto del sequel ha preso il sopravvento. Ho sempre chiesto di poter mettere le mani sulle sceneggiature, pur senza credit, perché volevo essere sicuro di ciò che stavo raccontando. Devo dire però che il lavoro con Fabio Bonifacci è stato fondamentale e poi avevo la fortuna di avere De Sica sul set, a cui potevo chiedere consiglio nei momenti di difficoltà. Lui è bravissimo in tutto, nel canto, nel ballo, per questo ho voluto sfruttare i suoi talenti e ho inserito le parti di musical, e pensando a una partner di eguale talento, per come la vedo io, nessuna scelta poteva essere migliore di Serena Autieri. Ci tenevo a fare qualcosa di diverso, una commedia senza parolacce”.

“E la cosa a me è dispiaciuta – scherza di contro De Sica, ‘abituato’ ormai alla volgarità tradizionale dei suoi cinepanettoni – quando me l’ha detto ho risposto ‘Ecchecca**o! E allora che mi hai chiamato a fare?’. In realtà stimo tantissimo Alessandro soprattutto perché viene dalla recitazione e ha senso dell’umorismo, cosa che a molti registi di commedie manca. C’è gente tecnicamente più preparata di lui ma se reciti per stereotipi, Alessandro ti scopre subito! Per cui mi ha guidato, anche se sono più anziano di lui. Inizialmente ci eravamo sentiti perché volevamo fare insieme il remake italiano di Quasi Amici, lui avrebbe fatto il ruolo di Omar Sy e io quello di François Cluzet. Doveva farlo Medusa ma poi ha fatto talmente tanto successo il film originale che l’idea del rifacimento ha perso di senso. Tra noi è nata un’amicizia e presto vorremo fare qualcosa insieme a teatro. E vorremmo proprio che si trattasse di Quasi Amici. Con Alessandro ho fatto qualcosa di diverso dal solito personaggio macchiettistico che interpreto nei film di Natale. Per carità, non lo rinnego, e anzi anche se avevano dato il genere per morto devo dire che gli incassi li realizza ancora, ma mi piace sperimentare ruoli differenti che mettano in risalto le mie capacità di attore, e questo mi viene più facile quando sono non-protagonista, come qui o al fianco di Johnny Depp in The Tourist (dove facevo uno sbirro cattivo) o ancora ne Il figlio più piccolo di Pupi Avati”.

 

Il film ha avuto il sostegno della BLS – Sudtirol Alto Adige. Le riprese sono durate in totale 51 giorni, di cui 28 in Alto Adige, precisamente a Merano, al Castello di Rubein, lungo la Promenade della città, al Kurhaus e a Pienzenau.

autore
11 Febbraio 2013

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