Alessandro Gassmann voce degli artisti siriani

L'attore peresenta a 'Il cinema in giardino' il documentario Torn, dove gli artisti dei paesi in guerra raccontano il loro strazio


Serata di impegno sociale a Il cinema in giardino,  la serie di incontri organizzati nello spazio Garden alla 72ma Mostra di Venezia. Protagonista è Alessandro Gassmann, non solo come attore, ma come ambasciatore dell’Unhcr, Agezia delle Nazioni Unite per i rifugiati, per la quale ha realizzato il documentario Torn, resoconto del suo viaggio in Giordania e Libano per incontrare e filmare i figli della diaspora siriana, fuggiti da un paese dilaniato dalla guerra. “E’ il figlio di Vittorio? E’ bravo come suo padre?”, ci chiede un signore americano mentre aspettiamo che inizi l’evento. Aggiungendo: “perché secondo me Vittorio è meglio di Al Pacino!”.

Complimenti a parte, il lavoro di Alessandro è veramente lodevole: ”Ci sono oltre 4 milioni di rifugiati costretti dalla guerra ad andare via da un paese millenario – racconta –  culla di civiltà, come la Siria, che oggi rischia l’estinzione. Sono andato alla ricerca di artisti, musicisti, attori, registi, pittori, poeti, che mi hanno raccontato quel che succede e il loro strazio. Sono loro che mantengono vivo il legame con la tradizione e la cultura di un popolo che oggi rischia di finire polverizzato. Gli artisti siriani mi raccontavano, e il fantasma della guerra ballava accanto e sopra noi. I caccia militari sfrecciavano verso il loro Paese con il carico di bombe. Di questa emergenza umanitaria – dice – non si parla abbastanza mentre il lavoro che fanno le organizzazioni umanitarie è eroico. I rifugiati sono argomento politico, strumentale e su cui spesso c’è cattiva informazione: solo il 2% è arrivato in Europa, il 98% è nei campi profughi. Bisogna essere accoglienti, dimostrare umanità, non certo essere spaventati da persone che hanno perso tutto casa e lavoro non per loro volontà. Ho pensato che non solo potevo essere utile alla sensibilizzazione essendo io un personaggio conosciuto, ma che potevo mettere il mio mestiere di attore e regista al servizio di questa operazione. Il Libano era per i siriani un posto di vacanza, quello che può essere l’Italia per i tedeschi. Ora bisogna fare i conti con la presenza di un milione e duecentomila persone che prima non c’erano. Eppure l’atmosfera è di assoluta fratellanza, accoglienza, normalità. Ce n’è di cose da imparare. E’ stato il viaggio più importante della mia vita”.

Pivio & Aldo DeScalzi firmano la colonna sonora.“Aldo De Scalzi ed io – dichiara Pivio – teniamo moltissimo a testimoniare la nostra piena adesione al messaggio di un’opera che ha l’onore di avere il supporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. La nostra musica è, da sempre, ricca di contaminazioni fra oriente e occidente, fra nord e sud del mondo. E, in un momento così drammatico, ci sembra particolarmente importante dare un piccolo contributo allo sviluppo di una cultura dell’incontro e della solidarietà.”

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10 Settembre 2015

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