Sesta giornata di esistenza e resistenza per Linea d’Ombra Festival a Salerno. Un’edizione che sembrava segnata dal coprifuoco e dalla chiusura di cinema e teatri si è trasformata in un successo.
“Più di 500 sono gli iscritti alla piattaforma lineadombrafestival.video e più di 53mila sono le persone che ci stanno seguendo dalla pagina Facebook – commentano i due direttori, Peppe D’Antonio e Boris Sollazzo – numeri che ci fanno capire che abbiamo fatto la scelta giusta: andare avanti con la sala vuota e scommettere sul digitale senza toccare minimamente la qualità dell’offerta. Per questo il nostro grazie va a tutti gli ospiti che si stanno mettendo in gioco con noi”.
I singoli eventi stanno registrando circa 2000 risposte mentre le live hanno raggiunto quota 13mila utenti con una partecipazione costante. Negli ultimi giorni sono state raggiunte 154mila persone.Oggi (mercoledì 28 ottobre) ospite della quinta giornata, Francesco Bruni, sceneggiatore storico di Paolo Virzì, vincitore di cinque David di Donatello, regista di opere amatissime come Scialla! e Tutto quello che vuoi, e almeno per due giorni in sala con il suo nuovo film Cosa sarà, che sarà disponibile sulle piattaforme VOD dal 31 ottobre.
Appassionante e denso è stato l’incontro di martedì 27 ottobre con Alessandro Borghi, una conversazione di oltre un’ora durante la quale l’attore, che dal 30 ottobre sarà protagonista su Netflix della terza e ultima stagione di Suburra, si è concesso con generosità alle domande di Boris Sollazzo, a quelle arrivate dai social e da parte di tre giovani appassionati cinefili, componenti della giuria open, in collegamento su Zoom. Reduce dalla fine delle riprese di Mondocane («Abbiamo finito due settimane fa»), Borghi, forse l’attore ha annunciato in anteprima a Linea d’Ombra il suo nuovo progetto.
«Tra pochissimo tornerò sul set per il secondo film di Michele Vannucci, con cui avevo già girato Il più grande sogno. Considero Michele uno dei migliori talenti del cinema italiano e sono molto felice di lavorare nuovamente con lui. Gireremo in nord Italia e vi posso già dire che il mio personaggio sarà un pescatore, cosa che mi piace molto».Un film a cui l’attore tiene molto e che fa trasparire il suo desiderio di fare cinema anche oltre il suo essere interprete. «Ma non parlo di regia, non mi sento di fare questo passo per il momento, ma sono invece più interessato alla produzione, per fare un cinema diverso e per contribuire a un ricambio generazione di cui il cinema italiano avrebbe continuamente bisogno». Alla ricerca di nuove storie e nuovi autori, come Matteo Rovere, per cui Borghi spende parole di elogio. «Bisognerebbe fare un monumento a Matteo, Il primo Re è un film eccezionale, che può avere anche i suoi difetti, ma è un prodotto che in Italia nessuno avrebbe fatto. Ci sono stati un paio di giornalisti che lo hanno attaccato particolarmente, definendolo un fiasco al botteghino. Però quando è stato venduto in tutto il mondo non hanno scritto o detto niente».
Borghi ha parlato anche del suo rapporto con i grandi autori del cinema italiano. «Mi dicono di stimarmi tantissimo, ma poi non mi chiamano mai per i loro film. Magari non vogliono lavorare con un attore affermato, oppure non c’è mai stato un ruolo adatto».
Si consola ricordando che con Diavoli, la serie di Sky di cui era protagonista al fianco di Patrick Dempsey, e Suburra è entrato nelle case di 190 paesi. Se qualcosa manca al curriculum di Alessandro Borghi è forse una bella commedia. «Mi piacerebbe molto, ma non sono in sintonia con la commedia che si fa in Italia. Per me Il più grande sogno è una commedia, per esempio. Quasi amici è la commedia perfetta, e mi piace citare I predatori di Pietro Castellitto, mi sono fatto le cinque migliori risate degli ultimi anni con il suo film».
Borghi ha commentato anche l’attuale situazione del mondo del cinema a seguito delle ultime restrizioni per il Covid: “A marzo non sapevamo quello che sarebbe successo e sono stati i tre mesi più tristi della mia vita. Adesso sono molto più triste di marzo perché mentre prima stavamo andando incontro a qualcosa che non conoscevamo e ci stava distruggendo adesso la conosciamo e ci sta distruggendo comunque. Quindi, mi piace l’idea di stare seduto in una sala, ma smettiamo di raccontarci che in questi mesi sono tornati tutti a cinema e non possono vivere senza. Se c’è bisogno di stare un mese con le sale chiuse, facciamolo, poi si ritorna a vivere, forse, come tutti avremmo voglia di fare”. Giovedì 29 ottobre il festival continua e dalle si parte con la terza giornata del workshop “CGI 3D e Compositing 2D” a cura di IMMAGINARTI che sta coinvolgendo gli studenti del liceo artistico Sabatini Menna di Salerno collegati sulla piattaforma Zoom, mentre al Giardino della Minerva prosegue il “Laboratorio sull’audiovisivo” finalizzato alla realizzazione di un documentario sulla Scuola Medica Salernitana.Le luci della Sala Pasolini si accenderanno alle ore 21 per l’incontro con gli scrittori Camilla Baresani e Diego De Silva dal titolo “Parole mancate: segnali d’allarme della crisi di coppia”.
A moderare sarà la giornalista Giovanna Di Giorgio. Un dialogo a tre voci, accompagnati dalla musica di Paolo Sessa (chitarra), Alessandro De Marino (macchine e sax midi), Antonella Manzo (flauto traverso), sul tema della crisi e del complesso universo delle relazioni sentimentali. In sala non ci sarà il pubblico, così come previsto dalle recenti disposizioni dell’ultimo DPCM, ma sarà possibile seguire l’evento collegandosi sia alla pagina social del festival facebook.com/LDOsocial sia alla piattaforma www.lineadombrafestival.video.
La XXV edizione di Linea d’Ombra Festival è promossa e organizzata dall’Associazione SalernoInFestival. L’iniziativa è realizzata con il contributo della Regione Campania “L.R. 30/2016 Piano Cinema 2020” e del Comune di Salerno e con il contributo e il patrocinio della Direzione generale Cinema e audiovisivo – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Partner dell’evento Nexsoft e Banca Campania Centro. Sponsor sostenitore La Doria.
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