“Dopo oltre 25 anni insieme a Giovanni e Giacomo e avendo compiuto i sessanta ho capito che era giunto il momento di prendersi una pausa, un anno sabbatico in cui ognuno facesse le proprie cose. Forse ho forzato più io il trio in questa direzione. Comunque è un’esperienza che lo arricchirà, senza tradire la natura di A G&G”. Così Aldo Baglio che si cimenta con la prima prova da solista in Scappo a casa per la regia di Enrico Lando (I soliti idioti, Amici come noi) senza Giovanni (Storti) che nel frattempo ha scritto un libro, e senza Giacomo (Poretti) impegnato in tour teatrale. Il trio è dunque in crisi, come più volte è stato scritto? No, anzi è al lavoro sul prossimo film, come ricorda Aldo, che il trio girerà in estate, l’undicesimo insieme, l’ultimo del 2016 era Fuga da Reuma Park, non un successo al box office, nelle prime 3 settimane non andò oltre i 3 milioni di euro.
In Scappo a casa – in sala dal 21 marzo – Michele è un bravo meccanico d’auto la cui esistenza è tutta concentrata su incontri via chat, macchine di lusso non sue ma prese in prestito dall’officina, cura maniacale del proprio corpo con tanto di parrucchino e stimolanti. E’ un personaggio ridicolo e superficiale, non rispettoso delle regole di convivenza, e soprattutto razzista nei confronti degli immigrati, intollerante verso qualsiasi forma di diversità. Ma un viaggio per “lavoro” a Budapest, con tanto di cabriolet rosso fiammante per rimorchiare, si trasforma per uno scherzo del destino in una serie di disavventure comiche con il nostro eroe all’inizio rinchiuso in un centro di accoglienza perché scambiato per un tunisino. “Alla fine del suo avventuroso viaggio, il mio Michele si scoprirà trasformato. Capace di fare qualcosa per gli altri, di sacrificarsi”, dice Baglio.
Anche se in Scappo a casa l’attualissimo tema dell’immigrazione è il motore narrativo della storia, Baglio, che è tra gli sceneggiatori, spiega di non aver voluto parlare di immigrazione perché si ritiene la persona meno adatta per affrontare un tema così delicato. Voleva parlare semmai del cambiamento a partire da questo personaggio Michele che è intollerante, egoista e odia i diversi. Il cuore di questo road movie è la possibilità di modificare il punto di vista, sapendo, come detto nel film, che solo gli imbecilli non cambiano idea.
“Noi italiani subiamo di più alcuni flussi migratori che ci esasperano, l’uomo medio, che è un po’ ignorante, si sente in pericolo e a volte alcune sue reazioni fanno paura. Michele però non fa paura – dice Baglio – ha deciso di non vivere la sua vita ma quella di qualcun altro, perché è condizionato dai social che lo spingono ad essere qualcosa di diverso da sé. L’inaspettato viaggio ridimensiona Michele e lo spinge a capire chi è. La sua coscienza che era così piccola, piccola, finalmente un po’ si espande”
All’inizio Baglio ha avuto la proposta di curare la regia del film ma ha rifiutato perché già si sentiva carico di responsabilità, anche se con Enrico Lando ha condiviso alcuni passaggi della realizzazione del film. “Comunque un giorno mi cimenterò con la regia, ma senza questa attenzione oggi concentrata su di me”. Il film è una coproduzione italo-francese (Agidi Due – Rosebud E. P.), nel cast Jacky Ido e Fatou N’Diaye, con la partecipazione di Angela Finocchiaro. La colonna sonora è stata arrangiata e composta da Fabrizio Mancinelli, attivo anche nella direzione d’Orchestra ha recentemente diretto la colonna sonora di Kris Bowers per il film Green Book, Academy Award Best Picture 2019.
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