Albanese, psichedelico e grottesco, si fa in tre


Al box office natalizio il comico Antonio Albanese se la dovrà vedere con il sequel demenziale e tamarro I due soliti idioti, interpretato dalla coppia Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli, e con il post cinepanettone Colpi di fulmine di casa De Laurentiis. Tutto tutto niente niente, in sala il 13 dicembre in 700 copie con 01, parte da quei circa 16 milioni incassati da Cetto di Qualunquemente. Risultato ottenuto dopo il periodo natalizio, perché il film arrivò in sala nella seconda metà di gennaio 2011. “Fare un numero due è sempre un’operazione rischiosa, perché il materiale è già stato lavorato – dice il regista Giulio Manfredonia – e Tutto tutto niente niente non è semplicemente un sequel, perché si è allargato a tre mondi, a tre visioni dell’Italia”.

 

Questa volta Albanese si fa proprio in tre, e altri personaggi affiancano alla pari Cetto La Qualunque, il politico rozzo e mafioso, alle prese ora con una crisi politica e sessuale. La sua filosofia: “Decidiamoci, i politici o tutti in carcere o tutti fuori. Mezzi dentro e mezzi fuori non è pratico, ne risente il sistema paese”. La new entry è Frengo Stoppato che riprende, reinventandolo, un personaggio della galleria comica di Albanese, per farne una macchietta edonistica e mistica, grande consumatore di ‘fumo’ e teorico instancabile della religione ‘dell’aldiqua’. Il suo slogan: “Se volete credere in un’altra dimensione vi consiglio di tirare lentamente”.
L’altro nuovo acquisto è il leghista veneto, secessionista e razzista Rodolfo Favaretto, cioè Olfo, scafista di migranti clandestini da lui utilizzati perfino in un improvvisato esercito del Nord: “L’Italia è una e indivisibile da Rovigo a Cortina!”. Cetto, Frengo e Olfo si trovano, dopo una breve soggiorno nelle patrie galere, manovrati da un abile sottosegretario (Fabrizio Bentivoglio) e catapultati improvvisamente in Parlamento, nei Palazzi della politica e del potere, addirittura in quelli del Vaticano.

 

“E’ un film un po’ psichedelico e grottesco, un po’ folle e comico. Questa volta ho utilizzato ancora di più i ritmi e i gesti, puntando sempre su una comicità fisica – spiega Albanese – Ho assemblato tre personaggi per raccontare una parte di questo paese che amo profondamente. E ho chiesto al costumista, allo scenografo e al musicista di lavorare in totale libertà e creatività”. E un grazie va agli altri interpreti: Lunetta Savino, Vito, Teco Celio, Paolo Villaggio, Nicola Rignanese, Manuela Ungaro, Lorenza Indovina.  
Qualcuno si chiede se non c’è il rischio di rendere alla fine simpatici questi tre esemplari del malcostume italiano. E Albanese difende la scelta artistica di denunciare alcuni comportamenti e ideologie, ridicolizzando al massimo certe mostruosità oggi presenti nella nostra società. Un modo per indebolirli, a cominciare da quella deriva razzista rappresentata da Olfo, deriva che il comico è convinto sia sottovalutata ed è invece destinata ad aumentare in una fase di grande crisi economica.

 

Ma non cercate collegamenti diretti alla cronaca quotidiana, avverte il regista. Piuttosto parliamo di satira del periodo storico che viviamo, della politica come specchio della società. E una conferma viene anche dal produttore Domenico Procacci. Nel corso dell’ideazione del film, ci si è dimenticati qualsiasi vicinanza con la cronaca politica, e spazio invece alla fantasia pura. “Semmai è la cronaca che si è incollata al film. Come quei personaggi vestiti da antichi romani che vediamo in una sequenza”, sottolinea il boss di Fandango.
E Bentivoglio, che ha accettato di buon grado la proposta di “un sottosegretario lisergico” propostogli Albanese, rintraccia una fonte possibile della comicità del suo vecchio amico nella Germania prenazista: “Mi fa pensare al cabaret espressionista di Karl Valentin, ai disegni di Georg Grosz, al teatro di Bertolt Brecht”.
Ma c’è anche Raffaella Carrà nell’immaginario di Albanese. “Ho messo il suo popolare ‘Tuca tuca’ perché mi piaceva e volevo sottolineare questa contrapposizione tra lei gioiosa e Cetto triste”. E alla domanda se nel suo immaginario futuro c’è anche il Festival di Sanremo, il comico smentisce l’eventualità di una sua partecipazione alla popolare manifestazione che sarà condotta da Fabio Fazio: “In quei giorni ho un impegno di lavoro”.

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10 Dicembre 2012

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