Un’eterea e sfuggente Alba Rohrwacher affianca due star d’eccezione del cinema francese, Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard, nell’ultimo film di Arnaud Desplechin, I fantasmi d’Ismael, che ha inaugurato fuori concorso lo scorso festival di Cannes dove aveva ricevuto un’accoglienza tiepida da parte della stampa (leggi il nostro articolo) e che arriva nelle sale dal 25 aprile con Europictures in una forma distributiva peculiare. Il film esiste, infatti, in due versioni: “una più breve e romantica”, come l’ha definita il regista, che è quella presentata a Cannes e che arriva nella maggior parte delle sale italiane, e un’altra più approfondita e intellettuale che dura due ore e venti e che sarà possibile vedere in Italia solo a Milano e Roma e in occasione dell’ottava edizione di Rendez-vous, il festival del nuovo cinema francese (4-10 aprile) dove il film viene presentato stasera.
“Alba è stata meravigliosa”, ha sottolineato il regista nella conferenza stampa di presentazione del film dove ha rivelato che era già da un po’ di tempo che voleva lavorare con la Rohrwacher e che sicuramente la loro collaborazione continuerà anche in futuro. “Qualsiasi altra artista sarebbe stata schiacciata dalla fama e dalla notorietà delle due protagoniste, ma io non avevo alcun dubbio su Alba e sulle sue capacità”. “L’incontro con Arnaud Desplechin è un’emozione profonda che mi porto dentro sin dal momento in cui ho saputo che mi stava cercando – ha evidenziato l’attrice – Il suo cinema e quello che rappresenta è stato per me in molti momenti fonte d’ispirazione, mi ha dato il coraggio di fare questo mestiere, la consapevolezza che è possibile raccontare storie imprevedibili in maniera libera e sorprendente”. E a proposito del primo incontro con quello che viene considerato uno dei registi più significativi dell’ultimo ventennio francese, l’attrice ricorda l’iniziale timore, frutto anche della sua non conoscenza, all’epoca, della lingua francese: ”Abbiamo parlato in inglese e lui mi rassicurato e dato subito fiducia dicendo che l’ostacolo linguistico era una cosa senza importanza e che avrei imparato sicuramente presto la lingua“.
I fantasmi d’Ismael è un racconto meta-cinematografico in cui il protagonista, Ismaël (Mathieu Amalric), è alle prese con la regia del suo nuovo film, la storia di un singolare diplomatico-spia, Ivan, ispirato alla figura di suo fratello e impegnato in una relazione sentimentale con Arielle, interpretata, appunto, da Alba Rohrwacher. “La prima apparizione in scena del mio personaggio – tagliata nella versione breve del film – è quasi sognante, descritta in maniera poetica nella sceneggiatura come quella di un piccolo cervo che appare nel bosco. In questa scena Arielle si confronta per la prima volta con Ismael, il regista, e il dialogo tra i due mette in scena il confronto sincero che può esserci tra un regista e la sua attrice, che parte in maniera scherzosa, ma che poi, in un dialogo tra le parti sublime, riesce a tirar fuori verità profonde su se stessi e sulla loro arte. Di quella scena ho un ricordo sfumato ed etereo, come lo sono i sogni, ma mi è rimasto persistente il senso di un’altissima alchimia in scena con Mathieu Amalric”. Ad interpretare l’atipico diplomatico Ivan, un Louis Garrel rasato e quasi irriconoscibile, “più brutale e meno attraente di come siamo abituati a vederlo”, lo definisce Desplechin: “Conosco Louis sin da bambino, ero amico sia di suo padre che di suo nonno. In coppia con Alba forma un abbinamento fantastico, e riesce a rimane sempre sul filo del rasoio, tanto che non si capisce mai se è un’ottima spia o un imbecille totale”.
Il film è un labirinto di intrecci nel tempo e nelle emozioni dei personaggi, e mentre sullo schermo prende corpo la sceneggiatura immaginata da Ismael, la sua vita, già esagitata e piena di incubi, va totalmente fuori controllo quando irrompe un fantasma dal suo passato, l’amata moglie Carlotta (interpretata da Marion Cotillard) scomparsa da oltre vent’anni e creduta da tutti morta. Il suo arrivo sconvolge profondamente gli equilibri e la vita di Ismael, nonostante abbia da tempo una nuova importante relazione con Sylvia (Charlotte Gainsbourg). “Nel film c’è un flusso narrativo potente, mi piace raccontare storie e fare un cinema di prosa che riporti anche eventuali riferimenti colti in una narrazione popolare e alla portata di tutti. Anche Ismael è un narratore e riesce a riparare alla sua vita reale, dove ad esempio non ha un buon rapporto col fratello, attraverso le storie che racconta. Un po’ il ruolo che il cinema ha in generale”.
"La noia e la mancanza di prospettive aprono la porta alla violenza, sono il terreno più fertile per l'estremismo", lo dice il regista francese Laurent Cantet nel presentare L'atelier, il suo nuovo film passato al Certain Regard del Festival di Cannes e dal 7 giugno al cinema. Protagonisti un gruppo di ragazzi che partecipano a un laboratorio di scrittura a La Ciotat e si confrontano sul passato, sul presente e su un futuro senza prospettive
Arriva in sala dal 19 aprile con Satine Film, Wajib Invito al matrimonio di Annemarie Jacir, un road movie urbano in cui un padre e un figlio (Mohammad e Saleh Bakri) su posizioni opposte si confrontano e cercano di capirsi. "L'ho ambientato a Nazareth - spiega la regista - dove i palestinesi sono cittadini di serie B"
Un musical pop-rock-metal per raccontare la nascita di un mito ovvero l'infanzia di Giovanna d’Arco, eroina molto amata dal cinema, che il poliedrico e provocatorio Bruno Dumont sceglie di immortalare nella fase germinale della sua vocazione con Jeannette. E lo fa attraverso la pagina di Charles Péguy, ma aggiornata al presente con le composizioni di Igorr e le coreografie di Philippe Decouflé. L'abbiamo intervistato
Ventisei anni, ex modella, donna di grande fascino, Marine Vacth è la protagonista del thriller torbido di Francois Ozon Doppio amore, in sala con Academy Two dal 19 aprile. "Ho pensato alle possibilità che mi offriva interpretare questo ruolo, un'esplorazione dell'ignoto, del diverso da me. E' così che concepisco il mio lavoro"