VENEZIA. ”Questo premio è soprattutto al film perché noi lo abbiamo amato e siamo contenti se altri lo ameranno”, dice un’emozionata Alba Rohrwacher subito dopo aver ricevuto la Coppa Volpi per Hungry Hearts di Saverio Costanzo e a chi le chiede la reazione della sorella Alice che ha trionfato a Cannes, risponde: ”E’ felicissima”. Poi guardando con sorpresa la Coppa Volpi: ”Non me lo aspettavo assolutamente, il film corona i nostri sforzi, di film con pochi mezzi e molti rischi, di tante discussioni”.
“E’ una storia difficile questa di Hungry Hearts. Questa Coppa e quella che ha avuto Adam Driver lo aiuteranno spero, perché questo film – dice la Rohrwacher all’Ansa – si prende anche il rischio di raccontare una vicenda interpretata da appena tre attori, compressa in un unico spazio domestico, dolente nel mettere in piazza una storia d’amore, una coppia in crisi e le diverse forme d’amore che può prendere il destino”.
Agli spettatori l’attrice chiede soprattutto una cosa: ”Non giudicate questi genitori e questa mamma, abbiate su di lei lo stesso sguardo d’amore che abbiamo avuto noi. Non credo – aggiunge – sia un film contro qualcuno ma piuttosto su come ci si possa perdere per troppo amore. Questa donna è un personaggio complesso e agli spettatori di questo film chiedo di lasciarsi andare anche se potranno essere turbati”.
Dopo Venezia l’attrice, nei prossimi giorni, tornerà sul set del film di Matteo Garrone Il racconto dei racconti. E prossimamente la vedremo in tre film cha girato quest’anno: L’ultimo vampiro di Marco Bellocchio, Alaska di Claudio Cupellini e Vergine giurata di Laura Bispuri.
"Una pellicola schietta e a tratti brutale - si legge nella motivazione - che proietta lo spettatore in un dramma spesso ignorato: quello dei bambini soldato, derubati della propria infanzia e umanità"
"Non è assolutamente un mio pensiero che non ci si possa permettere in Italia due grandi Festival Internazionali come quelli di Venezia e di Roma. Anzi credo proprio che la moltiplicazione porti a un arricchimento. Ma è chiaro che una riflessione sulla valorizzazione e sulla diversa caratterizzazione degli appuntamenti cinematografici internazionali in Italia sia doverosa. È necessario fare sistema ed esprimere quali sono le necessità di settore al fine di valorizzare il cinema a livello internazionale"
“Non possiamo permetterci di far morire Venezia. E mi chiedo se possiamo davvero permetterci due grandi festival internazionali in Italia. Non ce l’ho con il Festival di Roma, a cui auguro ogni bene, ma una riflessione è d’obbligo”. Francesca Cima lancia la provocazione. L’occasione è il tradizionale dibattito organizzato dal Sncci alla Casa del Cinema. A metà strada tra la 71° Mostra, che si è conclusa da poche settimane, e il 9° Festival di Roma, che proprio lunedì prossimo annuncerà il suo programma all'Auditorium, gli addetti ai lavori lasciano trapelare un certo pessimismo. Stemperato solo dalla indubbia soddisfazione degli autori, da Francesco Munzi e Saverio Costanzo a Ivano De Matteo, che al Lido hanno trovato un ottimo trampolino
Una precisazione di Francesca Cima
I due registi tra i protagonisti della 71a Mostra che prenderanno parte al dibattito organizzato dai critici alla Casa del Cinema il 25 settembre