Arriva nelle sale italiane, distribuito da Luce-Cinecittà, Lascia stare i santi, il nuovo film documentario di Gianfranco Pannone, accompagnato dalla ‘scrittura musicale’ di Ambrogio Sparagna, e dalle voci di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni, dedicato a un tema antico, e sorprendentemente vicino e affascinante: un viaggio in Italia lungo un secolo nella devozione religiosa popolare.
Il film di Pannone inizia oggi, lunedì 30 gennaio, un tour in numerose città italiane a partire dall’anteprima di Roma al cinema Apollo 11 (dove proseguirà la programmazione da giovedì 2 febbraio), poi a Milano (cinema Beltrade, dal 2 febbraio), Napoli, Torino, Bologna, proseguendo per tutto febbraio e marzo, con uno speciale incontro, in tante delle tappe previste, tra cinema ed esibizioni dal vivo di Ambrogio Sparagna, insieme a musicisti della città dove si proietta il film.
Ancora oggi, specie nel Sud Italia, con “isole” anche al Nord, la fede popolare è un fatto concreto, che trova la sua massima espressione nel canto, nella musica. E i suoni proposti in questo film da Sparagna ne sono una chiara testimonianza. Il prezioso repertorio dell’Archivio Luce, fatto di documentari e cinegiornali d’epoca, asseconda questo viaggio nel mondo della religione popolare, che Pannone, con sguardo laico, rimescola in un percorso emozionale tra passato e presente. Le immagini religiose di oggi assumono un posto di rilievo in quest’epoca che non sembra più anelare al sacro, ma di cui nel profondo la gente sente ancora il bisogno, in Veneto come in Sicilia, nel Lazio come in Puglia. E le parole di alcuni intellettuali – rilette da Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni – sono lì a ricordarcelo: da Silone a Pasolini, da Scotellaro a Soldati, fino a Gramsci.
“Ogni anno a Catania devoti di ogni ceto ed età festeggiano Sant’Agata. E’ una folla vivace e agitata, che avanza trasportando l’immagine della santa per le vie della città come se andasse in guerra. Ecco, la religione popolare nel profondo ci rivela il Paese: invasioni, soprusi, rivolgimenti, morte, hanno accompagnato duemila anni di storia e la devozione per i santi spesso ha rappresentato un conforto, specie per i più umili – afferma il regista Pannone – Un sentimento popolare che per secoli non ha filtrato il dolore, la violenza, come ancora oggi è evidente vicino Napoli, tra i fedeli che, al limite del fanatismo, si contorcono e urlano davanti alla Madonna dell’Arco, chiedendo la grazia. Oggi le cose sono cambiate, le guerre sembrano lontane e la devozione religiosa si è fatta più composta, oltre che minoritaria. Rimangono vivi per fortuna i canti e le musiche devozionali. E si fa avanti un rinnovato bisogno di sacro. La violenza è altra. Come ci rammenta Pier Paolo Pasolini, la sentiamo in altro modo, nella società dei consumi che si ostina a imporci il suo sorriso forzato, per esempio. Non mancano gli interrogativi. Quanto alberga segretamente in ciascuno di noi? Siamo solo figli di questo presente? O anche altro che non sappiamo più vedere?”.
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