E’ morto il produttore Donald Ranvaud, a 62 anni, per arresto cardiaco nella notte tra domenica e lunedì, mentre si trovava a Montreal, in Canada, in una camera d’albergo. Produttore candidato agli Oscar per il capolavoro City of God di Fernando Meirelles, aveva lavorato con Al Pacino ed era un fraterno amico di Bernardo Bertolucci.
Ranvaud era tra i pochissimi produttori cinematografici ad aver realizzato film in 4 continenti. Il suo ultimo progetto ancora inedito è stato Sweet Democracy diretto da Michele Diomà, a cui ha preso parte anche l’attore premio Nobel Dario Fo.
“Donald era un uomo libero – ha detto Diomà all’ANSA -, una persona onesta e di grande ironia, per me un padre adottivo cinematografico. Mi mancherà moltissimo e ne sentirà la mancanza anche chi ha amato il suo modo di fare cinema, indipendente, coraggioso e poetico. Ce la metterò tutta per portare avanti le sue idee sul cinema”.
Sarà Microcinema a distribuire nelle sale italiane il film Leone d'Oro 2016, The woman who left, nuovo capolavoro di Lav Diaz. La pellicola, che nonostante il massimo riconoscimento al Lido non aveva ancora distribuzione e che si temeva restasse appannaggio soltanto dei cinefili che l'hanno apprezzata alla 73esima Mostra di Venezia, sarà quindi visibile a tutti, permettendo così agli spettatori del nostro Paese di ammirare per la prima volta un'opera del maestro filippino sul grande schermo
Il film di Denis Villeneuve segnalato dalla giuria di critici e giornalisti come il migliore per l'uso degli effetti speciali. Una menzione è andata a Voyage of Time di Terrence Malick per l'uso del digitale originale e privo di referenti
Il direttore della Mostra commenta i premi della 73ma edizione. In una stagione non felice per il cinema italiano, si conferma la vitalità del documentario con il premio di Orizzonti a Liberami. E sulla durata monstre del Leone d'oro The Woman Who Left: "Vorrà dire che si andrà a cercare il suo pubblico sulle piattaforme tv"
Anche se l’Italia è rimasta a bocca asciutta in termini di premi ‘grossi’, portiamo a casa con soddisfazione il premio Orizzonti a Liberami di Federica Di Giacomo, curiosa indagine antropologica sugli esorcismi nel Sud Italia. Qualcuno ha chiesto al presidente Guédiguian se per caso il fatto di non conoscere l’italiano e non aver colto tutte le sfumature grottesche del film possa aver influenzato il giudizio finale: “Ma io lo parlo l’italiano – risponde il Presidente, in italiano, e poi continua, nella sua lingua – il film è un’allegoria di quello che succede nella nostra società". Mentre su Lav Diaz dice Sam Mendes: "non abbiamo pensato alla distribuzione, solo al film. Speriamo che premiarlo contribuisca a incoraggiare il pubblico"