A TAVOLARA


L’ultima tappa italiana della lunga marcia di Nanni Moretti tra i premi, grandi e piccoli, di questa stagione si è consumata a Tavolara, una magnifica isoletta selvaggia battuta dal maestrale a un quarto d’ora di barca dalla costa sarda settentrionale. Lì, sotto lo schermo en plein air di una rassegna di cinema decennale e un po’ corsara – sull’isola non c’è l’elettricità – intitolata “Una notte in Italia”, Piera Detassis ha consegnato i Ciak d’oro, gli unici premi popolari – così si autodefiniscono – perché assegnati, nelle categorie principali, da una fetta dei circa centomila lettori del mensile Mondadori.
Le cartoline spedite in redazione (quasi 5.000) hanno deciso per questa sedicesima edizione: Moretti miglior regista, La stanza del figlio miglior film, Laura Morante migliore attrice; solo Stefano Accorsi, volto onnipresente della stagione, fa eccezione, l’hanno incoronato a pieni voti, addirittura per due interpretazioni (L’ultimo bacio e Le fate ignoranti) e già sappiamo che è uno dei pochissimi veri divi della nuova generazione.
Poi, tra i Ciak della critica, compaiono ancora le musiche di Nicola Piovani e la giovanissima “figlia” di Moretti, Jasmine Trinca, una ventenne che non pretende di essere un’attrice e che Nanni ha trovato sui banchi del liceo Virgilio. Insomma, i premi sono cinque e tutti importanti.
Jasmine manda un pensiero ai ragazzi della sua generazione che sono bloccati nell’inferno di Genova. “Avrei dovuto esserci anch’io… quello che sta accadendo mi sembra allucinante”, dice. “Sparare in fronte a un ragazzo non è legittima difesa!”. E confessa che la felicità “sanamente competitiva” per questo premio, il primo che riceve in una categoria “adulta” e non come esordiente, è decisamente offuscata da quello che sta succedendo. Non è la sola. Le vittime della guerriglia esplosa attorno al G8 hanno occupato i pensieri di tutti gli ospiti di una manifestazione per vocazione rilassata e vacanziera…
È passata in secondo piano anche la rivalità Muccino-Moretti, nata attorno al Sacher e alle proteste del regista dell’Ultimo bacio, che si è sentito ingiustamente escluso dal premio morettiano. Ma Gabriele non si può lamentare: il Ciak alla sceneggiatura è un riconoscimento diretto al suo talento, quello al montaggio si aggiunge e con la targa (per quanto in condominio) ad Accorsi si arriva a quota tre.
Gli altri premi “tecnici” si sono distribuiti equamente tra i quattro film più votati dell’anno: oltre ai tre citati anche I cento passi, che ha meritato un ex aequo sul campo tra i due non protagonisti, il padre di Peppino Impastato, Burruano, e lo zio mafioso Sperandeo, votati dai giornalisti di settore con pari entusiasmo. Mentre l’assenza del Mestiere delle armi – peccato – si spiega con l’uscita successiva al 30 aprile, termine ultimo per l’ammissione in gara.
Da sottolineare in ultimo l’ennesimo premio a Almost blue di Infascelli, un film addirittura abbonato al riconoscimento per la migliore l’opera prima.

autore
21 Luglio 2001

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