“Per doppiare un genio bisogna un po’ essere geni”. Così esordisce scherzando Massimo Lopez che presenta a Roma Mr. Peabody e Sherman, film d’animazione prodotto dalla DreamWorks Animation e distribuito da Fox a partire dal 13 marzo. Il suo personaggio, Mr. Peabody, è un cane intelligentissimo che oltre ad essere una sorta di genio – ha inventato anche una macchina del tempo – adotta un bambino e lo cura come fosse suo figlio. L’ispirazione viene dai personaggi di ‘L’improbabile storia di Peabody’, segmento della serie degli anni sessanta The Rocky and Bullwinkle Show. Una serie di strampalate e mirabolanti avventure porterà i due a viaggiare nell’antico Egitto, nella Firenze del Rinascimento e nell’Antica Grecia, in uno sviluppo ritmato, divertente e pieno di battute e citazioni (da Pinocchio a 300) che piaceranno anche ai genitori.
“Non ho operato particolari artifici – continua Lopez – anche se in generale molti di quelli che mi conoscono dicono che la mia voce come doppiatore non la riconoscono. E’ chiaro che un po’ ti adatti al materiale d’origine e ti metti al servizio del personaggio. Mr. Peabody è forse l’essere più intelligente del mondo ma si sente completo solo diventando padre. Si tratta in fondo della storia di una famiglia atipica, è un modo per abbattere tanti pregiudizi. Se un bambino può adottare un cane, perché un cane non può adottare un bambino? Pensiamo di essere i più intelligenti perché parliamo, ma lo avete mai chiesto a un cane? Se la macchina del tempo ce l’avessi io mi piacerebbe tornare indietro fino all’origine dell’universo. Il film ha anche uno scopo didattico, è un’opportunità per insegnare la storia ai ragazzi in maniera divertente. Un po’ come facemmo con Marchesini e Solenghi e i nostri Promessi Sposi parodistici. Molti ragazzi hanno iniziato a studiare prima quelli per poi passare a Manzoni. C’è anche un po’ di fantascienza nel film ma al giorno d’oggi non la so tanto distinguere dalla realtà”.
Lopez è, tra l’altro, anche la nuova voce di Homer Simpson, dopo la scomparsa dello storico doppiatore Tonino Accolla: “Con lui avevo un rapporto curioso. Quando decisi di fare l’attore iniziai naturalmente a fare dei provini e me ne ricordo uno in particolare, al Teatro Stabile di Genova, dove passammo solo io e lui, che mi disse: ‘comincia un’avventura. Sono sicuro che di noi due si parlerà’. Doppiare un cartone non è più difficile che doppiare un film. Casomai, il complesso sta nel doppiare un film comico, anche se tutti erroneamente pensano che sia più semplice. Poi l’animazione oggi è molto realistica, ti aiuta, hai tanti elementi in più. Io ho lavorato tanto anche con gli anime giapponesi ma in quanto a espressività non davano molta soddisfazione. Bisognava compensare molto. Preferisco quelli moderni come questo o Happy Feet”.
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