CANNES. Racconta il più classico dei triangoli amorosi: lui lei l’altro. Ma in Lievito madre, il cortometraggio in concorso a Cinéfondation, “l’altro” che si inserisce nella coppia affiatata e armoniosa non è un essere umano, bensì un personaggio fatto di acqua, farina e miele. Lui s’appassiona ogni giorno di più al lievito madre, accudendolo e abbracciandolo. Lei si ingelosisce. Ma l’uomo ormai è attratto da chi sembra ‘ascoltarlo’ molto più della donna.
Lievito madre, interpretato da Virginia Quaranta e Emiliano Campagnola, è il saggio di diploma con cui il 23enne regista romano Fulvio Risuleo ha conseguito il diploma di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma nel 2013, dopo aver frequentato il liceo artistico.
Per la quarta volta un cortometraggio prodotto da CSC Production, la società di produzione del Centro Sperimentale di Cinematografia, è in concorso a Cinéfondation, dopo Il naturalista nel 2009, L’estate che non viene nel 2010 e Terra nel 2011. Cinéfondation – la sezione del festival riservata ai lavori delle scuole di cinema del mondo nata nel 1998 – ha selezionato 16 cortometraggi tra i 1.631 iscritti da tutto il mondo e ne premierà 3 durante la cerimonia del 22 maggio nella sala Buñuel.
Esordio per Risuleo a un Festival nonché a Cannes, passando prima per Auch, cittadina della Guascogna, dove presenta Ghigno sardonico, cortometraggio realizzato alla fine del secondo anno del CSC. Una storia dal sapore fantascientifico con protagonista un ragazzo inventore di un congegno che capta i lamenti delle piante quando vengono tagliate e poi li manipola trasformandoli in suoni elettronici.
“Con Lievito madre mi sono chiesto: è possibile per un essere umano amare ‘qualcosa’ di vivo e in continua crescita? Così il lievito madre è diventato il terzo personaggio del film, ad esso mi sono dedicato come ad un attore. Ho capito come farlo crescere, come illuminarlo e come sonorizzarlo. Solo in questo modo ho potuto costruire un triangolo. La mia ricerca è stata inserire un elemento surreale in un contesto realistico e farlo percepire allo spettatore come qualcosa di credibile e normale”.
Al giovane regista piace infatti trovare l’elemento surreale in un contesto realistico, così che il fantastico diventa parte integrante di quel quotidiano, cercando un equilibrio e un mix tra questi due mondi. “Mi ispira e mi attrae certa letteratura sudamericana, a cominciare da Julio Cortazár e il suo ‘Bestiario’”.
Risuleo ha realizzato in precedenza altri due cortometraggi: Putrida menzogna (2010) che incrocia le vicende di un torero a Roma e di una banda di tombaroli; Theremin è invece la versione moderna del mito di Re Mida, qui impersonato da un poveraccio che vive in uno scantinato del quartiere Garbatella.
Risuleo scrive e disegna fumetti per riviste e pubblicazioni indipendenti. “Questo linguaggio mi piaceva fin da bambino, già allora disegnavo. Ogni volta che scrivo una storia prima la visualizzo con il disegno e poi passo a sceneggiarla”.
Tra i progetti futuri c’è Guarda in alto, un insolito road movie, scritto insieme ad Andrea Sorini, con un personaggio che, in viaggio sui tetti di Roma, scopre un mondo underground.
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