41: ai confini della realtà… e del cinema italiano


Un uomo – il volto è quello noto dell’attore Ugo Dighero – vaga per un grande museo, indifferente alla bellezza del posto e delle opere d’arte in esso contenute. Finché una voce non gli si insinua dentro. E’ quella dell’audio-guida, che descrive in poche parole capolavori immortali. Ma questa voce è anche qualcosa in più. Presto l’uomo si accorge che digitando sull’apparecchio dei numeri associati alle persone che sono nella sala con lui, può ascoltare una breve descrizione di quelle che sono le loro vite: quando sono nati, quando moriranno, i loro sogni, realizzati o infranti, i loro amori, felici o infelici. Tutto in quelle brevi, fredde sinossi recitate dalla voce di una sconosciuta. E se anche il suo destino si stesse per compiere?

La trama sembra uscire da un racconto di Kafka, o da una storia di Dylan Dog: è 41, cortometraggio di Massimo Cappelli, prodotto da Galaxia e Nuvola Film, che ha fatto incetta di premi e presenze in più di 30 prestigiosi festival nazionali e internazionali, dal Giappone alla Russia, dove ha recentemente partecipato, come unico italiano in concorso, al message2man Film Festival. E Cappelli, già regista del lungometraggio Il giorno + bello, con Violante Placido e Fabio Troiano, non si ferma. Sta infatti ripartendo per Tangeri, dove presenterà il corto al Mediterranean Short Film Festival.
Proprio da un viaggio nasce l’idea: “Mi trovavo all’Hermitage di San Pietroburgo – racconta il regista a CinecittàNews – stordito, come è facile immaginare, dalla bellezza del luogo e delle opere che c’erano dentro. A un tratto ho visto una signora con una borsa su cui c’era un numero: lì, la folgorazione. Mi sono chiesto cosa sarebbe accaduto se avessi digitato sulla mia audioguida quella cifra. La sfida è stata quella di inserire questo spunto in una storia che, nonostante il breve tempo in cui si esplica un cortometraggio, contenesse i tipici ‘tre atti’ dell’opera cinematografica. Una grossa mano d’aiuto, è innegabile, l’ha data il finanziamento della DG Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che mi ha permesso di lavorare con relativa agiatezza. Si tratta di un prodotto ricco per gli standard italiani, che sarebbe stato irrealizzabile senza il giusto budget. Il solo fatto di girare in un museo implica una serie di difficoltà, dall’esigenza di girare solo di notte alla logistica, i permessi, le assicurazioni”.

E’ un piccolo film di genere, 41, un thriller esistenzialista che tradisce influenze di stampo fumettistico: “In molti – racconta Cappelli – lo hanno associato alla celebre serie televisiva Ai confini della realtà . Io mi sono rifatto agli albi a fumetti che leggevo da ragazzino, quelli dell’Editoriale Corno. Dopo le storie di supereroi, proponevano brevi strisce disegnate dai maestri americani che associavano a un’atmosfera surreale un racconto di natura morale. Mi hanno sempre molto affascinato. Purtroppo fare cinema di genere in Italia è veramente difficile, i produttori preferiscono andare sul sicuro, investendo su ciò che già ha dimostrato di funzionare al botteghino. Per fortuna ci sono i corti, che permettono di sperimentare su altri territori, meno scontati, meno commerciali. Per questo continuo a farli, dal punto di vista artistico completano il mio appagamento”.

L’approccio, secondo il regista, è esattamente identico a quello di un lungometraggio: “Se vuoi fare una cosa fatta bene, dedichi il medesimo tempo alle fasi di pre e post-produzione. Quello che cambia, ovviamente, sono i giorni di lavorazione. In un lungo, dopo aver messo in moto la macchina, solitamente le cose iniziano ad andare lisce dopo la prima settimana di rodaggio. Nella lavorazione di un corto, il paradosso è proprio questo: quando inizi a capirti al volo con i membri della troupe e del cast, è già ora di finire. Non ti godi la fase ‘in discesa’.”

41 è stato già acquisito per la TV da diversi paesi, e in Italia da Mediaset Premium. “Il ritorno economico non è la cosa più importante quando si realizza un cortometraggio – dice ancora Cappelli – però questo dimostra che, se il prodotto è di un certo tipo, può arrivare”.

E intanto già si pensa al prossimo lungometraggio. “Si chiamerà Prima di Lunedì – conclude il regista – e sarà una action comedy interpretata da Fabio Troiano e Giuseppe Loconsole, che mi aiutano anche nella stesura dello script. Anche qui stiamo cercando di dare al film un taglio originale, che lo renda simile a un prodotto USA, anche se con tematiche italiane. Ci saranno sorprese anche nel cast”.

autore
06 Ottobre 2011

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