Nel mondo la domanda globale di prodotti piratati ha raggiunto quasi quattro miliardi di visualizzazioni o download illegali, oltre il 60% degli utenti ha visitato siti di pirateria tramite accesso diretto, i principali settori colpiti sono la televisione, l’editoria e i film. A dare un quadro dettagliato e allarmante, come dimostra anche il maxi blitz di ieri della Guardia di Finanza in Italia, è la società tecnologica Akamai nel suo rapporto ‘Pirateria allo scoperto‘ riferito al periodo compreso tra gennaio e settembre 2021.
“La battaglia alla pirateria è una lotta continua. Nonostante gli sviluppatori di contenuti stiano potenziando sempre più le difese, i criminali a loro volta adattano i propri metodi di accesso ai contenuti protetti – spiega Steve Ragan, Security Researcher di Akamai e autore del report – L’impatto della pirateria va ben oltre il furto di film e altri contenuti. Il vero costo è nascosto dietro le quinte e sta causando la perdita dei mezzi di sussistenza di chi si occupa della creazione di serie tv e pellicole cinematografiche, libri e software che tutti consumiamo”.
Secondo una stima della Camera di Commercio degli Stati Uniti, riportata nella ricerca, la pirateria costa alla sola economia statunitense 29,2 miliardi di dollari in perdita di ricavi ogni anno. Tra gennaio e settembre 2021, spiega il report, la domanda globale di prodotti piratati, misurata dalle visite ai siti web che offrono l’accesso a film e programmi televisivi, direttamente tramite un browser o un’applicazione mobile, nonché dai download di torrent (i siti di condivisione di file), ha raggiunto 3,7 miliardi di visualizzazioni e download illegali. Il 61,5% degli utenti ha visitato i siti di pirateria tramite accesso diretto e il 28,6% li ha cercati attivamente.
A livello globale, gli Stati Uniti è il paese più colpito (13,5 miliardi di visite ai siti web pirata), seguito da Russia (7,2 miliardi), India (6,5 miliardi), Cina (5,9 miliardi) e Brasile (4,5 miliardi). I principali settori piratati nel periodo considerato sono stati la televisione (64 miliardi di visite totali), l’editoria (30 miliardi), i film (14,5 miliardi), la musica (10,8 miliardi) e i software, che include videogiochi e software per pc (8,9 miliardi di visite totali). Cifre che delineano la sfida complessa che i contenuti e i servizi digitali devono affrontare in un periodo storico in cui si stanno concentrando sulla protezione dei ricavi.
“La pirateria – osserva lo studio – pone un problema di sicurezza all’interno delle organizzazioni perché costituisce un altro potenziale vettore di attacco da cui è necessario proteggersi per evitare violazioni contro la proprietà intellettuale”. “L’aspetto forse più preoccupante è che in molte aree la pirateria è ancora in crescita, con un aumento complessivo del 16% rispetto ai nove mesi precedenti – sottolinea James Mason, capo tecnologico di Muso, la società che ha fornito ad Akamai i dati sull’attività di pirateria lato streaming e download in diversi settori – L’ecosistema è in continua evoluzione, vanno create strategie antipirateria efficaci, invece di combatterla in silos”.
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