“L’arte nasce sempre dalla percezione di un disagio”. Così l’assessore alla cultura della Regione Lazio Lidia Ravera alla presentazione del festival “Lo Spiraglio”, su cinema e salute mentale. La terza edizione si terrà a Roma alla Casa del Cinema il 31 maggio e il 1°giugno. “In momenti di crisi come questo aumenta il disagio mentale, c’è una decostruzione dell’Io. Si pensi ai quarantenni di oggi che sono costretti a vivere un’adolescenza prolungata e hanno ancora bisogno della paghetta dei genitori. Abbiamo quindi bisogno di consumare cinema che è in qualche modo catartico”, prosegue la scrittrice Lidia Ravera, augurandosi che “continuino a fiorire iniziative di questo genere nonostante la tendenza a tagliare i fondi alla cultura”. “C’è uno spiraglio in tutte le crisi?”, domanda lo psichiatra Federico Russo, direttore scientifico del Festival e il direttore artistico Franco Montini, giornalista e critico cinematografico, aggiunge: “C’è un’aprioristica diffidenza nei confronti di un tema così difficile come il disagio psichico. Bisogna cercare di superare quest’atteggiamento sapendo raccontare il disagio anche con tono meno lugubre, si pensi a film come Si può fare o Qualcuno volò sul nido del cuculo“. Otto i lungometraggi e una decina di cortometraggi partecipano al concorso: il panorama delle opere selezionate spazia da “grandi e struggenti storie d’amore, inchieste sugli ospedali psichiatrici giudiziari, film che raccontano la storia della psichiatria, fino al mondo del calcio come nel caso del documentario Zero a zero di Paolo Geremei, sulla storia di tre atleti che hanno visto interrompersi la propria carriera per motivi incomprensibili”, dice Franco Montini.
Il Festival si aprirà con il convegno dal titolo ‘Gruppi di famiglie in un interno’, al quale interverranno anche il critico cinematografico Mario Sesti e il regista Daniele Luchetti, mentre nella giornata di sabato 1° giugno sarà trattato il tema della cura nelle immagini con il panel dal titolo ‘Film Treatment’. Il ‘Premio Speciale Lo Spiraglio’ sarà consegnato all’attrice Alba Rohrwacher per aver saputo incarnare personaggi segnati da problemi psichici come la protagonista de La solitudine dei numeri primi, che sarà proiettato nel corso della serata seguito dalla proiezione dei film vincitori. La giuria presieduta da Stefano Rulli (autore di documentari come Matti da slegare e Un silenzio particolare, oltre che sceneggiatore) e composta dal regista Paolo Restuccia, dallo psichiatra Antonello D’Elia, dalla giornalista Cristiana Paternò e dal regista Claudio Giovannesi assegnerà infatti i premi al miglior lungometraggio, al miglior cortometraggio e il Premio speciale della Giuria. “Essere arrivati alla terza edizione di questo festival per noi è un traguardo che dimostra la solidita’ del progetto”, dice Folco Cimagalli, presidente della Fondazione Roma Solidale, che ha promosso l’evento insieme a Roma Capitale e Asl Roma, e poi conclude: “E’ utile parlare di salute mentale e riflettere sul tema della follia. Grazie al cinema possiamo parlarne con un linguaggio nuovo e con grande capacità evocativa. Motivi di questo connubio unico in Italia”.
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