Da un mese è approdata a Gemona nei depositi dell’Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia, presso la Cineteca del Friuli, parte della collezione di Attilio Cappai (1900-1980), da giovane attivo nell’esercizio cinematografico nel Trevigiano con base a Conegliano. La collezione Cappai riuniva un tempo un migliaio di lungometraggi di ogni epoca e nazionalità, tra i quali si nascondevano film preziosi, anche in copie uniche altrimenti introvabili.
Un terzo di questo tesoro (circa 300 lungometraggi, tutti a 35mm comprendenti anche alcuni nitrati d’epoca, e altrettanti trailer, più 82 documentari, tutti corredati di manifesti e materiale pubblicitario), grazie alla figlia Dolores Cappai che li aveva custoditi con amore e rispetto della passione paterna, è approdata a Gemona nei depositi dell’Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia presso la Cineteca del Friuli, dove è in fase di catalogazione a cura di Elena Beltrami e Alessandro De Zan. Però Sergio M. Germani, che con la collaborazione di Denis Zanette ha portato a termine l’acquisizione, non dispera di potervi aggiungere i due terzi ancora dispersi, e prepara un evento in omaggio a Cappai.
La collezione già ritrovata contiene copie uniche e rare di film italiani: uno degli ultimi film del regista triestino Giacomo Gentilomo Le verdi bandiere di Allah, Gli amanti del deserto di Goffredo Alessandrini (in coregia con Cerchio, Klimovsky e Vernuccio), così come un altro film a paternità plurima, Nel segno di Roma di Guido Brignone (in coregia con Riccardo Freda e Michelangelo Antonioni) con Anita Ekberg di cui in periodo Dolce vita c’è anche Apocalisse sul fiume giallo di Merusi, e poi ancora un film disperso delle gloriose produzioni Venturini quale I misteri della giungla nera di Callegari, lo straordinario La nemica di Giorgio Bianchi finalmente visibile a 35mm, Mizar di Francesco De Robertis, Il mantello rosso di Scotese, I cinque dell’Adamello di Mercanti, L’ultima preda del vampiro di Regnoli, e poi bizzarri esempi di mondo-movies e film di montaggio quali Notti nude di Fecchi (con la cantante di culto Mary Di Pietro), Mosca di giorno e di notte di Gandin, I 10 del Texas di Ferronetti, Destinazione Sanremo di Paolella (con Modugno e Jula De Palma), Canzoni bulli e pupe di Infascelli, senza dimenticare Il segreto delle tre punte di Bragaglia che consentirà alla Cineteca di riunire col già conservato A fil di spada il trittico girato sullo stesso set di La carrozza d’oro di Renoir. E tra i documentari c’è uno Zurlini introvabile, La favola del cappello, uno dei suoi primi cortometraggi.
Ma la collezione, non limitandosi al cinema italiano, riunisce anche molte copie uniche di quelli che ormai si considerano giustamente “gli originali delle versioni italiane dell’epoca d’oro del doppiaggio”.
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