Doc/it-Associazione Documentaristi Italiani e il Mese del Documentario esprimono, con una comunicazione della Presidente di Doc/it Mariangela Barbanente, dissenso alla decisione del Museo MAXXI di rinviare la proiezione di Girlfriend in a coma. Il documentario dell’ex direttore dell’Economist Bill Emmott e della giornalista Annalisa Piras tratta del declino dell’Italia negli ultimi 20 anni ed è stato giudicato poco consono in vista delle imminenti competizioni elettorali.
La comunicazione ufficiale del Maxxi ricevuta dagli organizzatori dice: “Ci troviamo costretti a dover rinviare la disponibilità concessavi dell’auditorium Maxxi per la sera del 13 febbraio p.v. Disposizioni della presidente della fondazione, che si fanno interpreti delle indicazioni assai rigorose dateci dal MiBac – socio unico della fondazione ed autorità vigilante sul nostro operato – non ci consentono di ospitare nello spazio del museo qualunque iniziativa che possa essere letta secondo connotazioni politiche, nell’imminenza della competizione elettorale”.
“In qualità di rappresentanti degli autori e dei produttori di documentario – si legge nella nota di Doc/it – vogliamo manifestare la nostra indignazione, sia come professionisti di settore, sia come cittadini. Non abbiamo visto il film, ma il fatto che possa incontrare o meno i nostri gusti non cʼentra. Non capiamo come un film inglese che fa vedere un punto di vista sulla condizione attuale dellʼItalia possa avere – secondo la presidenza del Maxxi – un effetto turbativo sulla campagna elettorale. Non capiamo come un museo d’arte che vorrebbe avere un respiro internazionale contraddica il primo presupposto su cui dovrebbe basarsi un luogo d’arte: il rispetto della libertà di espressione e dell’intelligenza e della capacità di giudizio del suo pubblico. Oltretutto la prima del film avrebbe dovuto essere un evento riservato agli ospiti invitati ed era stato previsto che tra questi ci fossero i leader di tutti i partiti politici, così come uomini dʼaffari al vertice, giornalisti, ambasciatori e i personaggi intervistati nel film”.
Emmott si dichiara “attonito davanti a questa terribile e calzante dimostrazione della tesi centrale di Girlfriend, cioè, che il declino italiano stia rapidamente giungendo al punto di non ritorno. Poche ore dopo che la notizia è stata resa nota, è arrivata la replica definitiva della presidente del MAXXI, Giovanna Melandri: “Mi dispiace per Emmott e per le proteste, ma non cambio idea: ho detto no all’anteprima perché sono convinta che sia mio dovere tenere fuori la campagna elettorale dal Maxxi, che è un museo pubblico, finanziato dai contribuenti”. Su ‘La Stampa’ l’ex direttore dell’Economist ribatte: “Il nostro film non è l’unica versione di quella verità. È stato fatto apposta per suscitare un dibattito. E se il momento giusto per provocare quel dibattito, nella capitale d’Italia, non è una campagna elettorale, non so quale possa essere il momento giusto”.
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