Leggi di principi per il cinema e per lo spettacolo dal vivo; specifica normativa che riconosca la peculiarità dei lavoratori dello spettacolo (oltre 200 mila) e superi le difficoltà della recente riforma del mercato del lavoro; certezza e aumento del Fondo unico per lo spettacolo (FUS) e coordinamento di tutte le altre risorse a disposizione del settore; definizione di un patto Stato-regioni per la utilizzazione dei fondi strutturali europei 2014/2020 anche per la cultura; più deciso e aggressivo approccio alla prevenzione e alla repressione della pirateria; proroga delle attuali agevolazioni fiscali per il cinema, e loro previsione anche per lo spettacolo dal vivo, e revisione di norme fiscali che aggravano la gestione delle imprese; valorizzazione delle sale cinematografiche e teatrali come elementi centrali di aggregazione sociale e crescita civile; revisione della attuale normativa sul diritto d’autore; sostegno alla nuova imprenditoria giovanile ed alla formazione di quadri artistici, tecnici ed organizzativi.
Sono queste le nove urgenze per riconoscere il ruolo e garantire un futuro allo spettacolo italiano contenute nel documento che l’Agis, associazione generale italiana dello spettacolo, ha inviato ai candidati premier alle prossime elezioni e agli attuali responsabili Cultura dei partiti politici.
“Il mondo dello spettacolo – si legge nel documento – si aspetta da parte dei pubblici poteri, a livello nazionale e delle amministrazioni locali, non certo interventi per la sopravvivenza, per la sussistenza, ma la valutazione della propria rilevanza culturale ed economica come parte non secondaria dell’industria culturale del Paese, della propria funzione di aggregazione, di elemento di vitalità del tessuto sociale e per queste ragioni meritevole di attenzioni che tengano conto della specificità del proprio modo di essere e operare”.
“Troppo spesso – si legge ancora – la retorica vince sulla concretezza dell’impegno dei vari livelli del governo; lo spettacolo italiano per crescere e svilupparsi ha bisogno di politiche concrete, per il mercato del lavoro, di tipo fiscale, industriale, di sostegno e promozione, di maggiore coordinamento dei ministeri e dei vari livelli dello Stato. (&) Il fondo unico per lo spettacolo è assolutamente insufficiente, non in linea con l’importanza dello spettacolo italiano”.
In sostanza la richiesta del mondo dello spettacolo è che si dia attuazione all’articolo 9 della Costituzione della Repubblica (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione) e che il ruolo dello spettacolo sia riconosciuto anche dal governo con la nomina di un sottosegretario allo spettacolo nel contesto del ministero per i Beni e le Attività Culturali che, “auspichiamo – conclude il documento – possa innovativamente titolarsi Ministero della Cultura, come affermazione e riconoscimento dei valori di cui essa è portatrice”.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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