CANNES – Per Nanni Moretti 13 minuti di applausi in sala Lumière alla premiere ufficiale de Il Sol dell’avvenire e standing ovation della stampa all’incontro per il film in gara per la Palma d’oro. Una calorosa accoglienza per la prova internazionale dell’opera, già distribuita in Italia con successo.
Ad accompagnare il regista c’erano tra gli altri le due attrici Margherita Buy e Barbora Bobulova, i produttori Domenico Procacci per Fandango e Paolo Del Brocco per Rai Cinema, le sue sceneggiatrici Valia Santella, Francesca Marciano e Federica Pontremoli.
Molte domande, tra cui una richiesta sulla eventuale presenza di Martin Scorsese alla première. “Non ho feedback, ma non credo che Scorsese abbia visto il mio film. L’avevo cercato ma evidentemente avevo una email sbagliata”. Mentre sulla presa in giro di Netflix presente nel film: “Netflix rappresenta tutte le piattaforme, come Amazon e Disney. Credo che bisognerebbe continuare a investire economicamente e psicologicamente sui film per il cinema. Quando scrivo un film non penso a un ragazzo in Pennsylvania che guarda il cinema sul suo tablet, ma alla sala buia dove tante persone che non si conoscono condividono la visione”, ha detto il regista che è stato immortalato mentre ballava sul red carpet.
Miste le reazioni della critica: Le Figaro assegna a Nanni Moretti cinque Palmette, segno di un rapporto d’amore cominciato già molto tempo fa e coronato con la Palma d’oro al tempo de La stanza del figlio. I critici d’oltralpe si concentrano sul tema di una malinconia ancora aperta all’utopia che viene ben analizzata su Libération e – con qualche riserva – confermata da Le Monde.
Screen Int’l approva la speranza solidale che il film fa trapelare nel suo complessivo disincanto rispetto al mondo e alla politica. Proprio questo nodo – lo sguardo sugli errori della sinistra – spiega invece perché i giornali anglosassoni siano in genere più freddi, fino alla stroncatura che viene dal critico del Guardian, Peter Bradshaw, che pure si professa innamorato dell’insieme del lavoro del cineasta. Indiewire nota invece i passaggi più azzeccati del film, ma sembra sfuggirgli completamente la riflessione sul momento topico in cui la sinistra italiana sbagliò le sue scelte al tempo dell’invasione sovietica dell’Ungheria. The Hollywood Reporter sottolinea i passaggi ilari del Sol dell’avvenire e Variety coglie l’umorismo amaro del personaggio di Giovanni. Nel complesso un’accoglienza mista cui fa da contrappeso il buon andamento del mercato (soprattutto europeo).
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