11:23 – Nuovo Imaie: diritti degli artisti ai tempi della liberalizzazione


Il Nuovo Imaie, l’istituto che tutela i diritti degli Artisti, interpreti o esecutori, rinato nel 2010, interviene circa il decreto Monti sulle liberalizzazioni della gestione dei diritti, che, secondo il presidente Andrea Micciché, “comporterà la paralisi del settore, danneggiando soprattutto gli artisti con meno mezzi”. A sostenere l’ente ci sono, solo per fare alcuni nomi, una schiera di big della musica, del cinema e della cultura che vanno da Claudio Baglioni a Luca Barbareschi, da Lino Banfi a Ivan Cattaneo, da Gigliola Cinquetti a Marco Columbro, da Lucio Dalla a Enzo Decaro, per arrivare a Francesco De Gregori, Piotta, Massimo Ghini, Pino Insegno, Flavio Insinna, Sofia Loren, Marco Masini, Patty Pravo, Giulio Scarpati, Nicolas Vaporidis e Luca Zingaretti. Diverse generazioni di artisti, “unite dal desiderio di difendere l’effettiva esigibilità di un principio che la legge sul diritto d’autore (LDA n. 633 del 1941) sancisce attribuendo ad artisti interpreti ed esecutori (che abbiano prestato la propria opera per realizzare una registrazione fonografica o un’opera cinematografica e/o assimilata) una serie di diritti volti a tutelare il valore delle loro prestazioni artistiche e a garantire che essi ottengano un ritorno economico dalla diffusione, dalla pubblica comunicazione e dall’utilizzazione delle loro opere”.

 

In un incontro alla Casa del cinema, Micciché ha annunciato che “per la prima volta nella storia dell’Istituto siamo riusciti a creare un avanzo di gestione, di 300mila euro, che non viene dai soldi degli artisti. Una parte consistente circa 300mila euro, andrà a costituire un fondo mutualistico, per gli artisti indigenti over 65”.

 

Breve momento polemico con Paolo Calabresi di ‘Artisti 7607′ (che si propone come alternativa all’Imaie), intervenuto a titolo personale, visto che l’associazione, invitata, “ha scelto di rispondere con un comunicato”, ha detto Micciché. Sulla possibilità nascano più società di raccolta dei diritti connessi, incoraggiato dal decreto liberalizzazioni (C’è anche l’ Associazione autori e artisti), Micciché ha spiegato che “dei circa 30 milioni di euro di diritti connessi raccolti fino ad oggi in un anno si rischia nel passaggio di sistema di vederne dispersi un buon 40-50%.

 

“Il primo compito di ogni società di collecting – ha aggiunto – è creare una banca dati molto dispendiosa per individuare tutti gli artisti primari e comprimari che hanno partecipato alle diverse opere artistiche. Finora abbiamo documentato 6-7milioni opere musicali e 700.000 opere audiovisive (come film e fiction)”. Con più società, “ognuno cercherà di portare acqua al proprio mulino, qualificando come artisti primari i propri iscritti, e attribuendo magari diverse quote di ripartizione. L’utilizzatore a chi darà retta? Tutto questo comporterebbe la paralisi”.

 

Il presidente dell’Imaie ha aggiunto che “a brevissimo verrà approvato il regolamento elettorale dell’Istituto, che arriverà alla dirigenza tutta da parte degli artisti”.

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09 Febbraio 2012

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