“Invece di farci trattare da parassiti sbandati, va sottolineato che la nostra cinematografia è molto capace, abbiamo un pubblico che ci segue, non dobbiamo prendercela l’uno con l’altro ma risolvere tutti insieme i problemi”. Lo ha detto con decisione Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica, intervenendo al Dibattito aperto sul cinema italiano, organizzato dalla rivista Box Office al The Space Cinema Moderno di Roma. Secondo Tozzi, “tolti America, Cina e India, che rappresentano la metà della popolazione mondiale, l’Italia, insieme a Francia e Corea del Sud, è uno dei pochi paesi che ha una cinematografia nazionale, visto che ha una percentuale di mercato superiore al 20% e quest’anno supereremo il 30%. Altri paesi come Germania e Inghilterra hanno invece cinematografie occasionali, visto che la loro quota di mercato è intorno al 10%. Quello che succede da noi accade in egual modo negli altri paesi. La commedia è da sempre il genere dominante e anche all’estero si usano molto i comici televisivi. Inoltre, in Italia, contrariamente a quanto si dice, si fanno decine di film d’autore, tant’è che siamo sempre tra i paesi più presenti nei festival internazionali. Da noi c’è una situazione vitale e positiva e non è vero che è un cinema assistito visto che il supporto pubblico è sceso al 12%, cioé niente. L’investimento pubblico diretto per la produzione in Italia è di 25 milioni di euro, mentre in paesi come la Francia è di 130 milioni”. Tozzi però aggiunge che “il nostro problema maggiore è la crescita, noi possiamo e dobbiamo arrivare a numeri come quelli della Francia, dove ogni anno hanno 200 milioni di spettatori e producono 200 film. In Italia c’è un problema generale di scarso consumo culturale visto che solo 5 milioni di persone, cioè meno del 10% della popolazione, maneggiano ogni anno un oggetto culturale”.
Tra gli intervenuti al convegno Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, Angelo Barbagallo, presidente dei produttori Anica, Ambra Angiolini, Fausto Brizzi, Sergio Castellitto, Giuseppe Corrado, amministratore delegato di The Space Cinema, Andrea Stratta, amministratore delegato Uci Cinemas Italia, Lionello Cerri, presidente esercenti Anec, Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa, che ha detto: “Rispetto alla riduzione che ha fatto Medusa nell’ultimo anno, per il prossimo ci saranno degli innesti anche se non torneremo certo ai livelli di due anni fa. Torneremo a produrre buone quote di cinema italiano a cui andrà tutta la nostra attenzione e non faremo acquisizioni. Non tralasceremo il cinema d’autore e investiremo in qualche novità nel campo di ricerca e sviluppo”. Per Letta “il problema di fondo è che in Italia si va poco al cinema e c’è una dispersione di risorse. Inoltre il problema maggiore è la pirateria contro cui è necessaria una mobilitazione di tutto il settore. Almeno c’è uno spiraglio dal presidente del Consiglio, che ha preso l’impegno forte a non fare tagli sulla cultura. Un altro punto di debolezza è la scarsa esportabilità dei nostri film. Io comunque rimango ottimista visto che in Italia la centralità della sala è ancora forte e va capitalizzata. C’é poi una rinnovata sintonia del pubblico, anche se a corrente alternata, con il cinema italiano”.
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