10 anni senza Melato, i molti volti dell’attrice che incontrò anche Flash Gordon

L'iconica attrice è morta esattamente 10 anni fa per un tumore, l'11 gennaio 2013


“What do you mean Flash Gordon approaching?”.

Una frase pronunciata con accento molto marcato, che finì per essere registrata niente meno che in un disco dei Queen, e ascoltata da milioni di persone in tutto il mondo, diventando ‘cult’.

E’ anche così che si ricorda la grandezza di Mariangela Melato, in quel caso interprete della perfida generale Kala nel cinecomic ‘ante litteram’ di Mike Hodges, tratto dai fumetti di Alex Raymond, e musicato appunto dal celebre quartetto rock inglese capitanato da Freddie Mercury, che decise di campionare la sua voce per rendere la canzone portante più d’effetto.

Melato è morta esattamente 10 anni fa – l’11 gennaio 2013 – per un tumore.

Naturalmente, prima di Flash Gordon vengono in mente a cinefili e storici del cinema La classe operaia va in paradiso e Todo Modo di Petri, Mimì metallurgico e Travolti da un insolito destino… di Lina Wertmüller, La poliziotta di Steno, Il gatto di Comencini, Casotto di Citti e molti altri, ma citare la grande produzione internazionale in apertura ci piace perché rende l’idea della sua indiscutibile iconicità, ma anche della completezza e della versatilità, dal teatro al cinema intimo a complesso, a quello potente e colorato della cultura pop.

Era nata a Milano in pieno conflitto, il 19 settembre del 1941. La sua famiglia, alloggiata inizialmente in una casa di ringhiera del quartiere San Marco, poco lontano da Brera, aveva migliorato col tempo la propria condizione sociale. Il padre Adolf si era trasferito nel capoluogo lombardo nei primi anni ’30 da Trieste, dove era nato, italianizzando in Melato il cognome tedesco Honig, ed era riuscito a entrare nel corpo dei Vigili urbani della città, quelli che i milanesi chiamano ghisa.

La madre aveva invece creato un laboratorio casalingo di sartoria, passando al contempo al gruppo familiare, molto unito, la passione per la danza e per il canto.

Studentessa di pittura all’Accademia di Brera, Mariangela lavora come vetrinista e disegna manifesti per pagarsi i corsi di recitazione di Esperia Sperani. Poi, nel 1960, debutta come attrice con la Compagnia di Fantasio Piccoli in Binario cieco di Carlo Terron al Teatro Stabile di Bolzano.

La sua carriera teatrale continua con successo fin dal ’63 lavorando con Dario Fo in Settimo ruba un po’ meno e La colpa è sempre del diavolo e, nel 1967, in La monaca di Monza di Luchino Visconti, e si afferma infine con l’Orlando furioso messo in scena da Luca Ronconi, e anche nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Alleluia brava gente (1971).

L’esordio al cinema è con Avati, per Thomas e gli indemoniati (1969), e dopo il successo nel film Per grazia ricevuta (1971) scritto, diretto e interpretato da Nino Manfredi, si aggiudica un Nastro d’Argento come Miglior Attrice Protagonista per La classe operaia va in paradiso (1971) di Elio Petri, al fianco di Gian Maria Volonté.

Naturalmente fondamentale il sodalizio con Lina Wertmüller per la quale interpreta, insieme a Giancarlo Giannini, Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), che le vale un altro Nastro d’Argento, Film d’amore e d’anarchia, ovvero: stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…  (1973) e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974); infine nel 1986 Wertmüller la dirigerà nuovamente in Notti d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico, con Michele Placido.

Personalità inarrestabile e fascino magnetico, sembra quasi riduttivo trattarla come una ‘Diva’, data la sua capacità di spaziare tra generi e toni, dal grottesco, al dramma, alla commedia.

Flash Gordon non è il suo unico exploit internazionale. Si ricorda anche Jeans dagli occhi rosa (1981) di Andrew Bergman, dopo il quale torna in Italia per girare Domani si balla (1982) di Maurizio Nichetti e per interpretare il ruolo di un giudice in Segreti segreti (1984) di Giuseppe Bertolucci.

Dopo un’apparizione nello stravagante Mortacci (1989) di Sergio Citti, a partire dagli anni Novanta, lavora soprattutto in teatro ed in televisione. Torna al cinema nel ’99 in Panni sporchi di Monicelli e in Un uomo perbene di Zaccaro.

In seguito appare in L’amore ritorna (2004) di Rubini e nella commedia italo-americana Vieni via con me (2005) di Carlo Ventura.

Ma sono veramente tanti i ruoli memorabili della sua carriera, tanto che è impossibile elencarli tutti senza prevedere qualche dimenticanza. Da Lo chiameremo Andrea (1972) di Vittorio De Sica, con Nino Manfredi, a Faccia di spia (1975) di Giuseppe Ferrara, a Figlio mio, infinitamente caro (1987) di Valentino Orsini, con Ben Gazzara e Sergio Rubini.

Le sue ultime apparizioni sul piccolo schermo sono state nel ruolo della signora Danvers in Rebecca la prima moglie (2010) di Riccardo Milani, versione televisiva del capolavoro di Alfred Hitchcock del 1940 tratto dall’omonimo romanzo di Daphne du Maurier.

Di seguito alcune CLIP di sequenze memorabili interpretate dell’attrice:

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