10:13 – Banfi: lettera aperta per Laura Antonelli

“L’ho incontrata, dice che le resta poco da vivere. Ci ha fatto sognare, ora ha solo la pensione di 510 euro”. Così l’attore Lino Banfi in una lettera aperta al ‘Corriere della sera’ si riferisce alla collega Laura Antonelli, ex “sogno erotico” degli italiani poi caduta in disgrazia a causa di una serie di “vicissitudini, negativamente esasperate da un punto di vista mediatico”, come le definisce Banfi, che ha lavorato con la Antonelli prima nel film Peccato veniale di Salvatore Samperi, e poi in Roba da ricchi di Sergio Corbucci.

“Io sono morta da anni”, avrebbe dichiarato la Antonelli all’amico in un incontro avvenuto di recente a Ladispoli, confessando di vivere con la sola pensione di 510 euro al mese e grazie alle opere di bene di parrocchia e benefattori.
“Tanti hanno abusato della mia bontà – avrebbe continuato l’ex attrice – forse anche della mia fragilità e dicono che non sono capace di intendere e volere. Ti prego Lino parla con qualcuno, tu sicuramente, amato da tutti, sarai ascoltato. Io non credo di avere ancora molto da vivere, però vorrei vivere dignitosamente”.

Banfi nel suo appello si rivolge direttamente al ministro Bondi e al premier Berlusconi: “È giusto tutto questo? So che esiste una legge già esecutiva, dopo il caso Salvo Randone. Mi hanno detto anche che Isabella Biagini è nelle stesse condizioni. Queste persone hanno rappresentato una parte della storia del cinema e della televisione che tutti abbiamo gradito. Hanno lavorato in questa nazione, hanno guadagnato, hanno pagato le tasse… è giusto finire così?

Mi rivolgo anche al presidente del Consiglio, a Berlusconi, che è anche mio amico da più di trent’anni: Caro Silvio, per quel poco che credo di conoscerti sono certo che farai qualcosa. Sono sicurissimo – conclude l’attore – che molte persone, costrette a vivere in uno stato di indigenza, leggendo questo mio appello penseranno: ‘Caro Banfi, anche noi stiamo così… ma allora?’. Lo capisco perfettamente. Però la storia di Laura Antonelli mi tocca davvero da vicino e io spero che, smuovendo le acque – che molte volte anzi troppo spesso sono ferme e stagnanti – le cose possano cambiare anche per altri”.