Venezia, il fattore “Italia”


Ore concitate per produttori e registi italiani in vista di Venezia 64, che renderà ufficiale il suo programma il 26 luglio prossimo. A poco più di una settimana dalla conferenza stampa di Marco Müller e Davide Croff, c’è chi lavora giorno e notte al montaggio, chi invece ha già scelto di spostarsi sulla Festa di Roma o magari su Torino, diventato sempre più appetibile nella nuova versione morettiana. Difficile in questo momento avere notizie certe, anche perché i giochi non sono fatti, ma le voci circolano e i programmi delle due sezioni autonome, Settimana della critica e Venice Days, sono quasi definitivi e saranno presentati alla stampa, rispettivamente, il 20 e il 23.

Ma naturalmente la curiosità si concentra su Concorso, Fuori concorso, Mezzanotte e Orizzonti. Tra i film che saranno quasi certamente al Lido tutti indicano Il dolce e l’amaro di Andrea Porporati, la vicenda di un picciotto palermitano che abbandona Cosa Nostra per amore di una donna, con Luigi Lo Cascio e Donatella Finocchiaro; San Pietroburgo di Giuliano Montaldo che, diciotto anni dopo Tempo di uccidere, riporta alla ribalta il cineasta ligure con una storia ambientata nella Russia del 1860 che ha come protagonista Fedor Dostoevskij e un attentato terroristico; infine Giorni e nuvole di Silvio Soldini con Margherita Buy e Antonio Albanese parla di una coppia felice e unita che deve affrontare l’improvvisa discesa sociale di lui, un imprenditore ridotto alla bancarotta. Vincenzo Marra sta ultimando L’ora di punta, prodotto da Tilde Corsi come il precedente Vento di terra e lo farà vedere al più presto ai selezionatori: il film, interpretato tra gli altri da Fanny Ardant, è una sorta di Bel ami contemporaneo, con un giovane ambizioso che affronta la scalata sociale abbandonando via via scrupoli e remore morali aiutato da una donna ricca e altrettanto spregiudicata. Riccardo Milani potrebbe essere in Laguna con Il disco del mondo, che in nome del conflitto d’interesse difficilmente potrebbe essere dirottato su Roma essendo ispirato al libro del sindaco della Capitale, Walter Veltroni. In questo dramma musicale Kim Rossi Stuart e Jasmine Trinca danno vita alla biografia del jazzista Luca Flores che si tolse la vita appena trentenne. Carlo Mazzacurati ha pronto La giusta distanza, con Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Battiston e Valentina Lodovini, prodotto dalla Fandango. Un doppio tributo a Carlo Lizzani è altamente probabile: il regista, ottantacinquenne, ex direttore della Mostra di Venezia dal ’77 all’82, è tornato finalmente sul set a 11 anni da Celluloide, e ha pronto Hotel Meina, racconto dello sterminio di 56 ebrei sfollati sul Lago Maggiore, giustiziati dalle SS nel ’43, un progetto contestato dall’associazione dei parenti della vittime, poi rassicurati dal regista, anche perché scritto da un cineasta di destra come Pasquale Squitieri, che inizialmente doveva anche dirigerlo. Intanto Francesca Del Sette ha dedicato sempre a Lizzani un documentario omaggio che potrebbe dar vita a una giornata in onore del regista. Un altro documentario, Forse Dio è malato, girato in Africa da Franco Brogi Taviani e prodotto da Grazia Volpi, aspira alla tribuna veneziana, magari in Orizzonti: anche qui c’è lo zampino di Veltroni e un tema forte, la miseria endemica del continente africano e l’impegno di chi cerca di contrastarla. Gianni Zanasi potrebbe tornare a Venezia, dove aveva colpito nel segno diversi anni fa con Nella mischia, con il suo nuovo film intitolato Non pensarci. Anche la nuova opera di Franco Battiato, Nulla è come sembra, una riflessione sulla spiritualità e l’ateismo, sta cercando la sua collocazione in una vetrina internazionale, ma potrebbe optare per la Festa di Roma, come del resto Pupi Avati con il suo horror Il nascondiglio, interpretato da Laura Morante, e Roberto Faenza, con l’impegnativo e affascinante affresco storico I vicerè, tratto dal romanzo di Federico De Roberto. Anche Mimmo Calopresti ha da tempo prenotato un posto a Roma per il suo viaggio cinefilo dalla Calabria a Cannes, L’abbuffata. Tra i titoli non ancora pronti c’è pure Nessuna qualità agli eroi di Paolo Franchi, autore rivelato da La spettatrice. Sul versante opere prime si colloca La ragazza del lago di Andrea Molaioli, con Toni Servillo, un titolo Medusa che molti danno per certo alla Settimana della critica. Altre opere prime da tenere d’occhio sono Ossidiana di Silvana Maja, ambientato nel mondo degli artisti della Napoli degli anni ’60, e Morire a Napoli diretto dal figlio di Nino D’Angelo, Tony. Altro figlio d’arte emergente è Marco Pontecorvo che potrebbe portare in Laguna Clown e i ragazzi dal naso rosso.

autore
17 Luglio 2007

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