Corruzione di minorenne ed atti osceni. Questa l’accusa che nel 1949 colpì Pier Paolo Pasolini. Un marchio di abiezione irredimibile per la cattolicissima comunità di Casarsa, per i carabinieri che lo incriminarono sulla base di dicerie paesane mai seguite da denuncia, per il preside della scuola dove insegnava che lo licenziò, per il padre, grande ufficiale di guerra ferito nell’onore, per il PCI che decise l’espulsione. Solo pochi amici e la madre Susanna non lo abbandonarono. Lei lo accompagnò fino a Roma, città che lo accolse freddamente per poi sedurlo con le sue borgate.
La fase più dolorosa della vita del “corsaro” è messa in scena da Un mondo d’amore di Aurelio Grimaldi, regista che a Pasolini ha già dedicato il controverso Nerolio: “I miei film non sono saggi, ma pezzi della biografia del poeta. Una figura unica in Italia: nessun altro, se non forse D’Annunzio, è stato circondato dalla stessa aura maledetta. Nessun altro ha vissuto una vita così contraddittoria, svelando le contraddizioni sociali e politiche del nostro paese”.
A vestire i panni di un Pasolini incredibilmente fragile è Arturo Paglia, mentre Guja Jelo invecchiata dal trucco è la madre: “Il rapporto tra loro era il più facile da decifrare. Chiunque li ha conosciuti parla di un amore speciale” dice il regista.
Per ricostruire gli episodi chiave della vicenda, tra cui l’interrogatorio nella grigia caserma friulana condotto da un carabiniere ignaro dell’esistenza di Andrè Gide, Grimaldi ha attinto dalle biografie firmate da Enzo Siciliano (Vita di Pasolini), Barth David Schwartz (Pasolini Requiem) e Nico Naldini (Nei campi del Friuli, la giovinezza di Pasolini, Pasolini una vita) e dal ricchissimo epistolario del “grafomane” Pasolini.
E il film, girato in digitale, racconta anche l’approccio del futuro regista con il cinema: “Pasolini cercava lavoro. Si iscrisse al sindacato comparse, cosa allora inusuale per un laureato. L’ho immaginato mentre assiste al primo ciak della sua vita: un primo piano esprime l’intensa fascinazione che, qualche anno più tardi, lo avrebbe portato a diventare uno dei maggiori cineasti del secolo”.
“Il film era pronto per l’edizione 2002 di Venezia, insieme all’altro mio lavoro Rosa Funzeca, i selezionatori hanno scelto quest’ultimo mentre Un mondo d’amore è andato a Toronto, festival che gli ha portato una grande fortuna” ricorda Grimaldi. In Canada è cominciato un vero e proprio tour, da Rotterdam a Hong Kong, da Singapore a Miami, che ha fruttato al regista siciliano ben 3 progetti internazionali: “Con un produttore americano dovrei realizzare un film ambientato interamente in America, mentre un altra coproduzione con l’Inghilterra racconterà una storia italiana. Se tutto andrà bene le riprese cominceranno ad agosto. In cantiere c’è anche un titolo con la Germania”. Un mondo d’amore uscirà il 6 giugno distribuito dal Gruppo Pasquino.
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