Tornatore trionfa: ai David come ai Nastri. Ma gli autori sono mille


Vincitori e vinti.
Giuseppe Tornatore è il regista dell’anno, ai David come ai Nastri. La sconosciuta è anche il miglior film con cinque statuette ed è la prima volta che il cineasta siciliano raddoppia il massimo premio (per L’uomo delle stelle e La leggenda del pianista sull’oceano vinse solo come miglior regista). Cinque premi vanno anche a Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti, mentre il terzo contendente, Nuovomondo, si ferma a quota tre e appare molto ridimensionato (scene, costumi, effetti speciali), resta al palo Saturno contro con un solo premio alla rivelazione Ambra. Kim Rossi Stuart è “per acclamazione” il miglior esordiente, ma l’altra opera prima rivelazione dell’anno, L’aria salata, vince ben due premi (produzione e attore non protagonista). I migliori attori sono appunto Giorgio Colangeli, il bravissimo Elio Germano (Mio fratello è figlio unico), Ambra Angiolini e Angela Finocchiaro (a pari merito), la russa Ksenia Rappoport.

Voglio fare una dedica: precari o missionari.
Tornatore, che ha aderito all’appello dei CentoAutori pur senza partecipare alle riunioni, ha dedicato il David ai suoi produttori (Medusa) per il fiuto professionale. “Gli ho raccontato sei soggetti e hanno scelto questo”. Il ministro Rutelli complimentandosi per il suo premio al miglior film dell’anno, ha ricordato che milioni di inglesi hanno appena dichiarato che il loro film preferito è Nuovo Cinema Paradiso. Potere dell’Oscar. Ma Peppuccio sente aria nuova nel cinema italiano, che finalmente non si piange più addosso.
Kim Rossi Stuart ha mandato un pensiero “a tutti i politici che affrontano il loro mestiere con spirito missionario, per la gente”. Forse ironico? Elio Germano agli attori, i più grandi precari che si siano. Ma poi anche ai CentoAutori e a tutti quelli che combattono per un cinema libero. “Basta con il cinema che deve stare a servizio della televisione!”
Xenia Rappoport ha dichiarato il suo amore per il cinema italiano: “A San Pietroburgo, nel periodo sovietico, c’era solo un piccolo cinema nascosto dove si potevano vedere Fellini e Visconti, si chiamava La Leggenda e io ci andavo spesso, ma non avrei mai immaginato un giorno di entrare nella leggenda”. Poi ha aggiunto: “Il mio riconoscimento infinito va a Tornatore ma non può essere espresso in nessuna lingua, né in italiano né in russo. Daniele Vicari (miglior documentario): “In attesa che la futura legge renda meno avventurosa la produzione di un documentario, dedico il mio premio a tutti coloro che hanno collaborato al film”.
Daniele Luchetti ringrazia Bernardo Bertolucci per un articolo pubblicato qualche giorno fa sul quotidiano La Repubblica. “Ha rimesso la palla al centro per chi fa cultura in questo paese e io spero che la cultura ritrovi centralità”.

La storia siamo noi

Tutti in piedi per il David alla carriera a Giuliano Montaldo, che ha portato alcune immagini del suo nuovo film dostoevskiano San Pietroburgo. Ma anche Carlo Lizzani, altro David alla carriera, è tornato al lavoro con Hotel Meina, che rievoca la prima strage nazista in Italia sul Lago Maggiore: “Anche noi registi siamo tutti precari, eppure malgrado i miei 85 anni mi è stato affidato un film che uscirà in autunno e quest’anno esce anche la mia autobiografia per Einuadi e un videoritratto che mi hanno dedicato”. Altro omaggio emozionante, la consegna del Premio Torino Piemonte a Ermanno Olmi, tartassato dalla inarrestabile Luciana Littizzetto. “Con Centochiodi, Il segreto del bosco vecchio e L’albero degli zoccoli… Se non facevi il regista che facevi? il falegname?”. E lui, senza perdere la battuta: “Potrei tornare al cinema solo per fare un Cappuccetto rosso con te”. “Un Cappuccetto rosso hard?!”.

Momenti politici
Sul palco è salito, a sorpresa, Francesco Cossiga per consegnare il Premio Alice di Telecom. “Avendo fallito come critico cinematografico, ho ripiegato sulla politica”, ha scherzato. Poi, rispondendo a una provocazione del conduttore Tullio Solenghi: “Chi potrebbe fare un film sul governo Prodi tra Dario Argento e i Vanzina? Argento”. Ma la solita Littizzetto lo ritira in ballo, quando Solenghi le domanda se vorrebbe sedere sulle ginocchia di Riccardo Scamarcio. “Preferisco quelle di Cossiga”.
In finale si festeggia anche il compleanno del ministro Francesco Rutelli, che invita i telespettatori di Raidue a vedere i film al cinema. Carlo Lizzani, dall’alto dei suoi 85 anni, gli si rivolge direttamente: “Ministro, tu ci ascolterai, ne sono sicuro”.

CentoAutori, anzi mille.
Donatella Botti non poteva che dedicare il suo David al movimento dei CentoAutori, in cui è molto attiva. Ma è toccato a Michele Placido, pettinato come Aldo Moro per una fiction televisiva che sta girando, portare il famoso appello sul palco del Gran Teatro di Tor di Quinto: “Da qualche anno sentivo la nostalgia nel nostro cinema che si era un po’ addormentato. La cultura non appartiene né a destra né a sinistra, ma a tutti gli italiani. Gliela dobbiamo dare, però”, ha detto accalorandosi come sa far lui.

 

Le estrazioni del lotto.
Sopita la polemica sulla prima serata, la diretta tardo-pomeridiana è stata talmente concisa da costringere Solenghi a fare melina in sottofinale per allungare la trasmissione. E dire che aveva esordito con una promessa-minaccia: “Batteremo il record di Daniele Piombi, 26 premiazioni in un’ora e 15 minuti. Qualsiasi cosa accada alle 20,13 dovremo dare la linea alle estrazioni del lotto”. A parte lo split screen in stile Oscar che serve per vedere le reazioni dei candidati sconfitti, i colpi di scena però latitavano. Un’emozione l’ha avuta solo Angela Finocchiaro, chiamata sul palco qualche minuto dopo Ambra Angiolini, quando ormai credeva di aver perso. Colta di sorpresa dall’ex aequo si è addirittura inginocchiata. E faceva sul serio.

autore
14 Giugno 2007

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