Saranno confermati per i prossimi quattro anni i due direttori, Giulia D’Agnolo Vallan e Roberto Turigliatto in scadenza il 31 dicembre? Pare di sì a sentire le parole del presidente Gianni Rondolino, che convoca i giornalisti nel giorno di chiusura del festival per dare alcune “comunicazioni”. La scelta, puntualizza, non dipende solo dall’Associazione Cinema Giovani ma anche dal Museo Nazionale del Cinema che dal 5 aprile 2005 ha stipulato con la storica manifestazione torinese una convenzione, ma la presenza dell’ex direttore del festival Alberto Barbera alla testa di quell’istituzione sembra una garanzia di continuità e sostegno. Del resto Rondolino ribadisce la soddisfazione del consiglio direttivo per l’edizione di quest’anno e si limita a vaghi accenti polemici nei confronti dei politici locali: “In questa città è difficile fare un festival, quindi bisogna anche vedere se i due direttori accetteranno di proseguire nell’incarico”. Rispondono a stretto giro D’Agnolo Vallan e Turigliatto che si dicono disponibili a continuare purché con questa idea di cinema. “Questa è una manifestazione forte che deve essere ben contenta della sua identità in Italia. Chi dice che non è un festival giovane dovrebbe frequentare di più il concorso, con le sue opere prime e le scoperte, di cui magari nessuno scrive ma che ci sono eccome”.
Si preferisce glissare sul tema delle date (ancora non sono decise quelle del 2007 e naturalmente aleggia il fantasma di Roma). Ma a domanda, Rondolino risponde: “Novembre è un periodo fondamentale per questa città, è un momento vivacissimo. Inoltre c’è da tener conto delle scadenze internazionali, da Toronto a San Sebastian. Abbiamo già fatto presente che le date del nostro festival sono queste”.
Infine il bilancio. L’incremento è dell’11% rispetto all’anno scorso (da 80mila a 90mila presenze), la nuova postazione del Cinema Ambrosio, un po’ distante dal Museo del Cinema ma pur sempre centrale e molto accogliente, ha funzionato facendo spesso il tutto esaurito. E se gli incassi sono cresciuti in minor percentuale (7%) ciò si deve a una politica degli abbonamenti a prezzi scontati favorevole ai giovani e agli studenti. “Questo festival – dice con orgoglio il presidente – è un vero e proprio luogo di cinema dove gli autori parlano col pubblico e il pubblico parla con gli autori, come ha detto Claude Chabrol prima di partire e come spesso non accade”. Il successo in termini di spettatori è ancor più impressionante se paragonato ai dati (purtroppo negativi) dell’esercizio in Piemonte, cresciuto del 3,93% da gennaio a ottobre, contro il +7% della media nazionale. Ancor più difficili le cose a Torino in calo nello stesso periodo dello 0,86% (2.398.699 spettatori), con un numero di schermi stabile (72), mentre nel resto d’Italia sono cresciuti mediamente del 3,89%.
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