‘Thunderbolts*’, il tempo degli antieroi

In sala dal 30 aprile l'ultimo capitolo del Marvel Cinematic Universe. Con Julia Louis-Dreyfus, Florence Pugh e Sebastian Stan


In uscita il 30 aprile 2025, Thunderbolts* è l’ultimo capitolo dell’intricato Marvel Cinematic Universe. Prima dell’atteso ritorno agli eroi delle origini con Fantastici 4 – Primi passi, in uscita quest’estate, Marvel racconta le vicende di un gruppo di personaggi marginali costretti a fondare un improbabile team. Antieroi come i primi Guardiani della Galassia, ma con una propria personalità e un passato segnato da traumi indelebili. Proprio di questo parla il film di Jake Schreier, che dalla sceneggiatura di Eric Pearson e Joanna Calo calibra l’immancabile dose di action supereroistico con una riflessione sulla salute mentale e le seconde opportunità.

La trama ha inizio da Yelena (Florence Pugh), sorella della Vedova Nera Natasha – morta durante gli eventi di Endgame – tormentata da un senso di vuoto interiore. Sopravvissuta a una vita letale, Yelena affronta ogni missione sperando sia l’ultima. Su questo si basa la prima sequenza del film, che la vede gettarsi da un palazzo disinteressata alle conseguenze. Un ideale suicida che condivide con gli inaspettati compagni di viaggio che incontrerà da lì a poco. La sua missione, orchestrata dalla scaltra Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus), la porta infatti a fare la conoscenza di altri outsider come lei: dal Red Guardian di David Harbour, padre adottivo di Yelena, al caduto in disgrazia John Walker (Wyatt Russell), fino a Ghost (Hannah John-Kamen) e Taskmaster (Olga Kurylenko). A loro si aggiunge Bucky Barnes (Sebastian Stan), ex Soldato d’Inverno e improbabile membro del Congresso. Per quanto risulti il personaggio più noto del gruppo, la presenza di Barnes appare spesso accessoria. Vera protagonista di Thunderbolts è infatti Yelena, a cui è dedicata maggior attenzione e che funziona molto bene anche grazie all’interpretazione di Florence Pugh. L’arrivo di Bob (Lewis Pullman), un uomo misterioso che si rivela essere il progetto segreto The Sentry, rappresenta solo in parte la minaccia del racconto. L’uomo infatti condivide coi protagonisti un passato turbolento, e proprio questa vicinanza umana regala i momenti più sentiti e interessanti del film.

Uno dei punti di forza di Thunderbolts* è infatti la chimica tra i personaggi. La dinamica padre-figlia tra Yelena e Red Guardian, già apprezzata in Black Widow, funziona, mentre gli scambi tra Bucky e Red Guardian o le frecciate di Yelena a John Walker regalano momenti di leggerezza ben calibrati. Risulta meno esasperata  infatti la classica comicità dei titoli Marvel, stemperata da un tono vagamente più serio e riflessivo.

Le sequenze d’azione, come il combattimento iniziale in un corridoio ripreso dall’alto con ombre nette, convincono e il look generale si distingue, aiutando a raccontare questi personaggio come completi outsider. La scelta di distribuire l’azione in poche location aiuta il film a dedicare i giusti tempi e spazi al confronto tra i personaggi in scena.

Thunderbolts* si interroga apertamente sul proprio posto nell’MCU, con Yelena che si chiede “qual è il senso di tutto questo?”. La risposta sembra essere che questi personaggi, lontani dall’aura epica degli Avengers, trovano forza nella loro imperfezione e nel legame che li unisce. A un primo sguardo, Thunderbolts potrebbe ricordare i Guardiani della Galassia, ma il paragone con il team spaziale di James Gunn regge solo in superficie. Yelena, Red Guardian e gli altri membri formano un gruppo singolare e disfunzionale, ma, a differenza dei Guardiani, non sfoggiano mai un’aura di spavalda coolness. Sono a tutti gli effetti degli emarginati, strumenti in mano a poteri più grandi di loro e disposti a sbarazzarsene non appena necessario. Nessuna sequenza accompagnata da musica pop ci invita ad ammirarli ed è davvero difficile ambire ad essere parte del gruppo. Una premessa che, almeno in parte, rende Thunderbolts una storia di riscatto credibile e coerente con la messa in scena.

Anche il più eccessivo del gruppo, Red Guardian, sopra le righe al limite del macchiettistico, nasconde dietro una patetica esuberanza lo strumento per rielaborare temi come l’abbandono e l’invecchiamento. Nonostante questo, il racconto del gruppo non sempre funziona e la sceneggiatura lascia indietro qualcuno, tra tutti Ghost, privata di battute significative.

In un MCU che cerca di ritrovare la sua magia dopo una fase altalenante, Thunderbolts* è un passo nella giusta direzione. È un film che celebra gli eroi dimenticati, ma che lascia intravedere il potenziale per qualcosa di ancora più grande. Una buona risposta all’insuccesso dell’ultimo Captain America e un ottimo preludio al prossimo capitolo. Dopo i grigi cupi e tormentati di questo gruppo di antieroi sarà infatti il turno dei colori retrò e speranzosi della prima famiglia Marvel, i Fantastici 4.

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29 Aprile 2025

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