Tanovic: “Cirkus Columbia sarebbe piaciuto a Fellini”


Esce in venti copie dal 27 maggio con Archibald Enterprise Cirkus Columbia di Danis Tanovic. “E’ un film che in qualche modo ho fatto non per la mia generazione, che ha subìto direttamente gli effetti della guerra, ma per i miei genitori e anche per i miei cinque figli – ha detto oggi il regista a Roma – Alla generazione passata vorrei guardare con ammirazione e nostalgia, invidiandole la capacità di vivere in armonia e serenità nonostante le differenze di cultura, religione e credo politico. Allo stesso tempo però Cirkus Columbia è anche un’opera che deve metter in guardia le generazioni future dal rischio di nazionalismo, che non ha mai portato altro se non guerra e orrore, ovunque. Quello che ho passato io non devono mai passarlo i miei figli: piangere per i propri cari scomparsi è una cosa che non dovrebbe mai accadere a nessuno.”

Nonostante i temi, il film è più leggero rispetto ai precedenti lavori di Tanovic, premio Oscar per No man’s land: “Ho lavorato su toni nuovi per me, penso di aver fatto un film che sarebbe piaciuto a Federico Fellini per la sua atmosfera onirica, un po’ surreale, che vorrebbe raccontare con poesia la vita normale delle persone”.

 

Prosegue Tanovic: “Adesso a Sarajevo si respira la stessa tensione, la stessa aria pesantissima di prima del conflitto. Non volevo fare un film con riferimenti specifici al nostro presente, anche se magari se ne possono trovare al suo interno. La guerra purtroppo si insinua nella nostra cinematografia, come ad esempio in quella di cineasti israeliani o palestinesi: un regista magari vuole realizzare soltanto una storia d’amore, come avrei voluto fare io con Cirkus Columbia, ma il conflitto comunque non può mai essere tenuto fuori del tutto. Adesso però vorrei realizzare un film ambientato ai nostri giorni e che con la guerra non c’entra nulla, una sceneggiatura con cui combatto da almeno dieci anni e che potrebbe rappresentare un momento davvero importante per lasciarsi alle spalle tutto questo anche a livello artistico”. 

Tra i film sulla guerra in Bosnia, ha amato Welcome to Sarajevo di Michael Winterbottom, “ma devo ammettere che era un film davvero troppo ermetico per arrivare al grande pubblico.”

autore
25 Maggio 2011

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