Settimana della critica: l’Italia torna alla grande

L’anno scorso c’era penuria di opere prime italiane, tanto che la Settimana della critica decise di selezionare fuori concorso – e con un retrogusto di provocazione – La rieducazione, un film costato appena 500 € e quasi amatoriale. Stavolta invece Francesco Di Pace e gli altri quattro esperti (Massimo Causo, Adriano De Grandis, Marco Lombardi, Silvana Silvestri) parlano con un certo orgoglio dell’esordio di Andrea Molaioli, La ragazza del lago, che sfiderà altri sei film da Francia, Kazakhistan, Usa, Russia, Belgio e Taiwan. Prodotto da Indigo Film col supporto della Friuli Venezia Giulia Film Commission e distribuito da Medusa dal 7 settembre, ecco un giallo “morale” ispirato al romanzo della norvegese Karin Fossum (in Italia lo pubblica Frassinelli col titolo “Lo sguardo di uno sconosciuto”) che scavalca gli steccati del genere per porsi come “un esame di rapporti umani e familiari, dolori, difficoltà di vivere”. Un poliziotto che viene dal Sud (Toni Servillo) conduce le indagini sulla sparizione di una bimba di sei anni in un territorio montuoso e aspro, ricostruito negli scenari naturali “forti e discreti” della Carnia, in provincia di Udine, come racconta il quarantenne regista, già aiuto di Moretti e Calopresti. La sceneggiatura di Sandro Petraglia e il cast (accanto a Servillo, Nello Mascia, Anna Bonaiuto, Omero Antonutti, Fabrizio Gifuni, Valeria Golino) fanno ben sperare.

Con La ragazza del lago, i critici hanno optato in questa 22/a edizione per opere che parlino della realtà in maniera traslata, metaforica, dove la ricerca del linguaggio vada al di là del consueto e, a posteriori, hanno rilevato una spiccata tendenza alla spiritualità condivisa da tutte le pellicole, scelte tra oltre 300: il francese 24 mesures di Jalil Lespert (l’interprete di film come Risorse umane e Le passeggiate del Campo di Marte), Karoy della kazaka Zhanna Issabayeva, The Nines dell’americano John August, sceneggiatore di Tim Burton, Distacco di Alexander Mindadze (Russia), anch’egli noto e affermato sceneggiatore, il belga Small Gods di Dimitri Karakatsanis e il taiwanese La maggiore distanza possibile di Lin Jing-jie.

“Oltre alla ricerca e alla scoperta – spiega ancora il delegato Francesco Di Pace – vorremmo favorire la promozione sul mercato, come è accaduto l’anno scorso con Guida per riconoscere i tuoi santi, che è riuscito ad uscire nelle sale dopo aver vinto il premio assegnato da una giuria di critici”. Anche in questa edizione ci saranno 3.000 € in palio, oltre alla possibilità di vincere il Leone del Futuro (con una dotazione di 100mila dollari), premio questo a cui concorrono tutte le opere prime presenti al Lido senza distinzioni di collocazione.

Sono due infine gli eventi speciali: in ricordo del grande cineasta senegalese Ousmane Sembène, scomparso quest’anno, la Sic in collaborazione con la Biennale, propone i suoi due film d’esordio, il cortometraggio Il carrettiere (1962) e il lungometraggio La nera di… (1966), considerati da molti come il battesimo del cinema africano nel suo complesso oltre che molto rari e, pare, molto belli. Inoltre si vedrà Año uña del ventiseienne Jónas Cuarón (figlio di Alfonso) che usa la tecnica del montaggio di materiale fotografico per ricomporre una love story adolescenziale nel Messico contemporaneo citando evidentemente il Chris Marker del celebre La Jetée.

Tra gli sponsor della Sic, oltre a BNL e MiBAC, anche la Regione Veneto che consolida un progetto di circuitazione dei film della Settimana sul territorio già in atto da due anni.