Sergi López, un rave party all’inferno

Il franco-spagnolo Olivier Laxe è in concorso a Cannes con il road movie lisergico Sirat, interpretato da Sergi López e girato nel deserto del Marocco


CANNES – E’ decisamente divisivo Sirat del franco-spagnolo Oliver Laxe, prodotto da Pedro e Augustin Almodovar e in concorso al 78° Festival di Cannes. Si può prendere come un manifesto politico che tocca tutti i temi della contemporaneità, dal rifiuto del lavoro alle migrazioni alla guerra, come un’Odissea mistica e spirituale, ma anche come una sorta di Mad Max fricchettone e alternativo con svolte di sceneggiatura a volte pretestuose e un finale che ricorda Io Capitano di Matteo Garrone.

Il titolo riprende la tradizione islamica perché la parola “sirat” indica il ponte che separa l’inferno dal paradiso. Ma qui il paradiso non è pervenuto ed è invece proprio una discesa all’inferno il viaggio di Luis (Sergi López) insieme al figlio dodicenne Esteban e al loro cagnolino. I due, molto uniti, sono in Marocco alla ricerca di Mar, la figlia ventenne partita per un rave party e mai più tornata. La musica techno con il suo ritmo martellante e assordante che stordisce e porta in un’altra dimensione ci accompagna per tutte le due ore del film, mentre i due protagonisti si addentrano nel deserto dell’Atlante insieme a un manipolo di drop out diretti verso la Mauritania con grossi fuori strada. La fine del mondo imminente viene più volte evocata, sia nelle conversazioni del gruppetto che negli accadimenti sempre più drammatici a cui viene sottoposta questa una sorta di famiglia alternativa. Fanno uso di LSD e altre erbe magiche, condividono cibo e benzina, non si lasciano intimidire da una natura immensa e indifferente alle pene umane.

E’ un road movie metafisico e lisergico, quello orchestrato dal 42enne Laxe, che vive da tempo a Tangeri, in Marocco, e sembra conoscere molto bene il mondo che racconta. Il suo pedigree è di tutto rispetto. Nel 2010 ha presentato il suo documentario Vous êtes tous des capitaines alla Quinzaine des Cinéastes e si è aggiudicato il Premio FIPRESCI; nel 2016 è tornato alla Settimana della Critica con Mimosas, la voie de l’Atlas, che ha vinto il Grand Prix Nespresso. Infine nel 2019 era nella sezione Un Certain Regard con Viendra le feu, che ha vinto il Premio della Giuria. Vediamo se lo ritroveremo anche nel palmarès di quest’anno.

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16 Maggio 2025

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