‘Sconfort Zone’, l’autoanalisi di Maccio Capatonda: “Una nuova direzione, ora potrei fare un horror comico”

Nella serie in sei episodi, disponibile su Prime Video dal 20 marzo, Maccio Capatonda rivela l'uomo dietro alla maschera del comico. "Ho fatto i calcoli e questa è una serie autobiografica al 52%"


Colpito dal blocco dello scrittore e senza più idee, Maccio Capatonda intraprende un assurdo percorso terapeutico fatto di inderogabili prove settimanali per ritrovare se stesso e la propria vena creativa. Attraverso una gincana di scelte discutibili, Maccio, guidato dal Professor Bragadaccio (Giorgio Montanini), scava così nel proprio subconscio e rivela l’uomo dietro alla maschera. Questa l’ultima imprevedibile idea del genio comico e surreale di Maccio, al secolo Marcello Macchia. In Sconfort Zone, la nuova comedy series in esclusiva su Prime Video a partire dal 20 marzo, l’artista rielabora un reale periodo di crisi e si mostra come mai prima, abbandonando le maschere dei personaggi storici come Mariottide, Oscar Carogna e Padre Maronno. Nei sei episodi da lui scritti (con Alessandro Bosi, Mary Stella Brugiati e Valerio Desirò) e diretti (insieme con Alessio Dogana) incontriamo i colleghi di Capatonda, il suo manager, la compagna e gli amici, tra cui un esilarante trio composto da Valerio Lundini, Edoardo Ferrario e Fru, questi nei panni di loro stessi.

“Ho fatto un’analisi sulla mia vita, per questo è una serie molto psicanalitica secondo me. È autobiografica al 52%”, rivela Maccio. “Durante il lavoro di scrittura ho vissuto davvero il blocco dell’ispirazione di cui si parla e ho pensato di non voler più andare avanti con la serie. Stavolta mi sono messo a nudo, senza maschere, facendomi vedere per come sono. Mi stufo di fare sempre le stesse cose e qui ho voluto mescolare i linguaggi, il dramma con la commedia”.

“Sconfort Zone – continua – rappresenta una direzione diversa. Prende un po’ le distanze dalla comicità totale, potrebbe portarmi a fare un horror. Vorrei farlo davvero, sempre con un po’ di comicità”. Come nel suo precedente film, Il peggiore dei mondi possibili, anche Sconfort Zone non rinuncia a offrire il risvolto drammatico della commedia, con un inedito sguardo dolceamaro sul mondo. “Nella mia comicità – continua Capatonda – cerco sempre di raccontare una visione della società e di ciò che mi circonda. Questa autoanalisi, che fonde elementi di realtà e fantasia, è il motore narrativo della serie”.

Al fianco di Maccio, sul set, il regista Alessio Dogana: “La serie – racconta – è stata un’immersione psicologica profonda, anche per questo abbiamo scelto un approccio a volte documentaristico. Ci avviciniamo ai personaggi sempre da lontano, con degli zoom, quasi a voler spiare in questa vita che crolla episodio dopo episodio”. Co-autore della serie è invece Valerio Desirò, anche interprete e volto noto ai fan dell’universo creativo di Maccio: “Collaborare con Marcello da tanti anni mi ha permesso di essere me stesso. Sul set l’esperienza è stata straordinaria, ma la vera ‘sconfort zone’ è stata la scrittura, perché abbiamo scavato nel profondo per raccontare un periodo che è stato tosto davvero”.

Nel cast anche Francesca Inaudi, nei panni della compagna, Camilla Filippi e Luca Confortini, il vero manager di Maccio, qui nei panni di se stesso. “Sono quasi io – ha raccontato Confortini – ho scelto una mia sfaccettatura che serviva a livello drammaturgo, ma posso essere peggio di come si vede. Mi sono calmato nel corso del tempo, soprattutto lavorando con Marcello, ci vuole molta calma per gestire la sua mente geniale e folle”.

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