“Ehi, mica è colpa mia se sono così irresistibile! …O forse sì?”, esclama/domanda il cagnolino Spank, uno dei personaggi più teneri e buffi della Storia dell’Animazione, non solo giapponese – da cui nasce – ma poi di successo mondiale: in occasione di San Valentino, per la prima volta nei cinema italiani, arriva sul grande schermo Hello! Spank. Il Film. Le Pene D’amore Di Spank, lungometraggio del 1982 che abbraccia nell’umorismo spontaneo del personaggio, sul cui volto si disegnano da sempre espressioni esagerate, capaci di rendere le sue battute ancor più spassose e affettuose.
L’anime originale, tratto dal manga di Shun’ichi Yukimuro e Shizue Takanashi, ha avuto una serie tv di 63 episodi, trasmessa in Giappone tra il 1981 e il 1982, poi distribuita in vari Paesi, tra cui l’Italia: la prima puntata di Hello! Spank è andata in onda nel nostro Paese il 5 settembre ’82, su Italia 1; nello stesso anno venne prodotto il film che adesso esce nelle sale italiane e la produzione attinse a parte del materiale animato della serie, a cui sono state sommate scene inedite per adattare la storia al racconto cinematografico. Nonostante la grande popolarità, non sono però mai stati realizzati altri film per il cinema, tuttavia Hello! Spank ha continuato a vivere attraverso il merchandising, le repliche televisive e la nostalgia globale dei fan.
Dunque, il celebre cagnolino Spank si prepara a tornare sul grande schermo, dal 13 al 16 febbraio 2025: il lungometraggio, durata 95 minuti, diretto da Shigetsugu Yoshida, viene proiettato offrendo un’occasione duplice, per chi era bambino quarant’anni fa e ancora porta con sé il ricordo tenero del personaggio, e per le nuove generazioni di spettatori, che potrebbero facilmente affezionarsi a un profilo accattivante per spasso e dolcezza.
La trama del film segue naturalmente le vicende di Spank, sempre buffo e imbranato, e della sua padroncina Aiko. Spank s’innamora a prima vista di Anna, cagnetta il cui proprietario, Sho Shimada, si è appena trasferito nella classe della fanciulla. Tra alcuni malintesi e la malattia di Anna, Aiko e Sho si avvicinano sempre di più, finché lui riceve la chiamata per un imminente trasferimento in America, per studiare violino, questione che innesca ulteriori complicazioni nei loro rapporti.
Hello! Spank. Il Film. Le Pene d’Amore di Spank mantiene l’impronta visiva della serie: è realizzato secondo le tecniche tradizionali del periodo, ovvero disegno a mano su celluloide, colorato con tinte piatte e contorni netti. La fluidità dei movimenti è specifica delle produzioni cinematografiche derivate dalle serie tv, che non raggiunge le vette dell’animazione più elaborata dei lungometraggi di quegli anni (come i film di Miyazaki, per esempio), ma offre una qualità superiore rispetto al racconto del piccolo schermo, grazie a un numero maggiore di fotogrammi per secondo nelle scene più dinamiche. Yoshida, dietro la macchina da presa del film, è un veterano dell’animazione nipponica, che ha collaborato con la TMS Entertainment, la casa di produzione responsabile anche della trasposizione televisiva.
Uno degli aspetti più interessanti della tecnica animata riguarda le espressioni esagerate dei personaggi: Spank, in particolare, viene reso con un’animazione estremamente plastica, quasi da cartone occidentale, c’è un forte uso di deformazioni espressive (squash e stretch), simile alle gag dello slapstick americano, e i suoi movimenti buffi e le sue reazioni spropositate accentuano il lato comico del racconto, creando un contrasto con il tono più sentimentale della storia d’amore tra Aiko e Sho. Dal punto di vista cromatico, il film utilizza una palette di colori pastello, con sfondi spesso acquerellati, anch’essa caratteristica distintiva degli anime del periodo; le ambientazioni urbane e scolastiche sono rese con dettagli minimi, lasciando più spazio alla caratterizzazione dei personaggi.
Il design specifico di Spank – corpo tozzo e rotondo, grandi orecchie nere e espressione sempre entusiasta – s’ispira alle tendenze del character design giapponese di ormai quattro decenni fa, in cui si privilegiavano personaggi animali antropomorfizzati con tratti teneri e accattivanti. Anna, la cagnolina, è disegnata in modo più realistico rispetto a Spank, per mettere in luce la differenza tra il protagonista e il suo oggetto del desiderio. Gli umani, Aiko e Sho in primis, mantengono il tipico tratto shōjo: grandi occhi espressivi, capelli voluminosi e corpi slanciati. Il character design segue lo stile di Shizue Takanashi, co-autrice del manga originale, il cui tratto delicato viene tradotto in animazione con lievi modifiche, il tutto sia per rispetto e celebrazione dell’opera natale che per garantire un maggiore dinamismo mimico.
La regia del film è piuttosto classica – inquadrature fisse e movimenti di camera ridotti, sempre aderenti allo stile del momento – però, da notare, sono le scene più emotive, in cui, al fine di enfatizzare il tono malinconico della narrazione, era stato scelto un maggiore uso di campi lunghi e dissolvenze. Yoshida, che s’è sempre distinto per uno stile sobrio ed efficace, con una particolare attenzione alla caratterizzazione emotiva dei personaggi, nel caso di Hello! Spank. Il Film adotta un approccio in cui si bilanciano leggerezza e malinconia, valorizzando il contrasto tra il tono slapstick del cagnolino e la delicatezza delle relazioni umane. La sua regia si concentra sulle espressioni e le reazioni dei personaggi, enfatizzando le emozioni attraverso inquadrature statiche e una regia pulita. Un aspetto interessante è l’uso della luce e delle ombre: nelle scene diurne, i colori sono vivaci e solari, mentre nelle sequenze più drammatiche (come il momento della malattia di Anna o la partenza di Sho) vengono scelti toni più freddi e ombre più marcate, per accentuare la tensione emotiva. Non secondario è il montaggio, funzionale alla narrazione: nei momenti comici, i cambi di inquadratura sono rapidi, con stacchi improvvisi per sottolineare la goffaggine di Spank; nelle scene più romantiche, invece, il ritmo rallenta e le inquadrature si dilatano, lasciando spazio alle emozioni dei personaggi. Il film s’inserisce perfettamente nel filone degli anime sentimentali e comici degli Anni ’80, dunque, con un’estetica che ancora oggi conserva il suo fascino nostalgico: pur non essendo un capolavoro tecnico, l’animazione risulta curata e funzionale alla storia, esaltando sia il lato umoristico sia quello romantico. La scelta di riportarlo nei cinema italiani nel 2025 permette di riscoprire un’opera che, con la sua semplicità e genuinità, può (ri)conquistare il pubblico di ogni età.
La proiezione del film rientra nella Stagione degli Anime al Cinema, un progetto esclusivo di Nexo Studios in collaborazione con Yamato Video, che mira a portare sul grande schermo classici dell’animazione giapponese. Le prevendite per la visione del film sono aperte dal 16 gennaio, e l’elenco delle sale partecipanti è disponibile sul sito ufficiale di Nexo Studios.
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