Accoglienza positiva da parte della stampa italiana nei confronti di Io non ho paura di Gabriele Salvatores, unico film italiano in concorso. Per la Repubblica: “E’ un risultato compatto, completo; una storia appassionante che, dietro l’apparente semplicità, rivela uno sguardo acuto su temi seri come il rapporto tra bambini e adulti; i riti di passaggio da un’età all’altra, la perdita dell’innocenza”.
Favorevole anche il commento del Corriere della Sera: “Per un giorno al FilmFest abbiamo visto il mondo alla rovescia. Tradizionalmente in queste manifestazioni i film ‘da pubblico’ sono quelli americani, mentre i prodotti europei sono in genere rivolti all’attenzione della critica…” e invece “Tutta la simpatia della platea è andata, dunque, al film di Salvatores, limpido e ben raccontato. Dovremmo essere contenti di veder spuntare un film italiano non comico che potrebbe avere un successo di cassetta, ma qualche inveterato ‘autorista’ troverà magari da ridire…”.
Anche per l’Unità si tratta di un film riuscito e fatto bene, a parte qualche sbavatura: “Scommessa vinta, verrebbe da dire, anche perché i giovani attori (in particolare Giuseppe Cristiano) hanno mantenuto una credibilità e una freschezza lungo tutto l’arco del film e non era certo cosa facile. Anzi, è grazie ai loro volti e alle loro reazioni che il film trova i vettori giusti per testimoniare la necessità di guardare in faccia a qualsiasi mostro e dentro a ogni buco oscuro…”
Meno entusiasta il commento del Messaggero: “Il film lascia l’Italia ancor più sullo sfondo per concentrarsi sui bambini e sulla visione delle cose. Ma a forza di smussare e ingentilire i toni, Salvatores cade in una medietà di stile fatta forse per piacere alla platea internazionale (e puntuale è arrivato l’applauso in sala stampa) ma convince solo in parte chi diffida dei cliché”.
Per Il Tempo invece: “L’Italia ha fatto una bella figura con l’unico suo film in concorso Io non ho paura di Gabriele Salvatores e con i suoi piccoli interpreti calorosamente applauditi da pubblico e critica”.
Infine per il manifesto “Salvatores è un cineasta della ‘banda Zhang Yimou’, ha un modo di fare politica con le immagini che disarma sempre più i decodificatori patentati, per la sua sensibilità buddista e anticalligrafica”.
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