Rutelli a Cinecittà: risorse certe per il cinema italiano


Francesco RutelliIl ministro Francesco Rutelli cita Fellini e Benigni – due miti del cinema italiano nel mondo – per sintetizzare il fascino che da settant’anni è legato alla parola “Cinecittà”. Il compleanno degli studi di Via Tuscolana è l’occasione per una visita ufficiale del vicepremier ai teatri di posa e per un brindisi con le maestranze sul set della megaproduzione Rome, nella tensostruttura trasparente che domani sera ospiterà una cena di gala per circa ottocento invitati, con Sofia Loren ospite d’onore e mezzo cinema italiano, giovane e meno giovane, attorno alla grande diva internazionale.

 

Sullo schermo della Sala Fellini scorrono le prime immagini del documentario di Mario Canale e Annarosa Morri, SETtanta volte SET: i fratelli Taviani arrivano al numero 1055 di Via Tuscolana con la metro A e lodano la mensa; Giuliano Montaldo rievoca le incredibili doti di memoria del portiere Pappalardo, un cerbero in palandrana gialla che smistava l’ingresso negandolo a molti; Mario Monicelli la butta come sempre in burla: fa il cinema chi non sa fare nient’altro di serio.

Cinecittà è una fabbrica di leggende metropolitane, oltre che di sogni. “E’ un luogo dove c’è un cambiamento incessante, mutamenti tecnologici, concorrenza internazionale, legislazione in divenire, spinta innovativa degli autori”, dice il ministro Rutelli. Insiste molto sulla creatività di chi lavora nei teatri di posa: è stato più che giusto – dice – inventare un nuovo premio, che sarà consegnato alla Mostra di Venezia, proprio per loro.Ministro e operai

“Benigni ha detto una volta che il cinema è fatto dallo schermo e dalle sedie e che bisogna riempire sia l’uno che le altre. Oggi per fortuna riusciamo a riempire entrambe, negli ultimi mesi la nostra quota di mercato è salita al 40%; il botteghino torna a sorridere”. Ribadisce l’impegno del governo a ripristinare risorse dignitose: “Il Fus tornerà ai livelli del 2001 entro il 2009”. Due importanti appuntamenti legislativi sono all’orizzonte: la riforma dello spettacolo dal vivo e la legge cinema d’iniziativa parlamentare Franco-Colasio. “Su questo si troverà una sintesi anche con le proposte degli altri gruppi proprio nel mese di maggio”, promette. La filosofia del governo Prodi non è dare assistenza al cinema ma sostegno, dopo anni di grave depressione, al binomio autori-industria “che è la forza del cinema italiano”. Una forza che si potrebbe dimostrare raccontando la storia di Cinecittà , tappa dopo tappa, la storia dei tanti geni ma anche la microstoria dei tanti artigiani che sono passati su questi viali tra i pini mediterranei e l’asfalto sconnesso. Rutelli spende parole per il lavoro fatto in nove mesi dal nuovo cda e dai vertici di Cinecittà Holding, il presidente Alessandro Battisti e l’AD Francesco Carducci. “Un lavoro oltretutto svolto in un contesto di restrizioni economiche”. Ricorda che gli stabilimenti sono nati, nel ’37, da un’intuizione del Duce. “Occorre dirlo e non c’è motivo di fare una censura storica; ma oggi il compito della politica non è comandare il cinema italiano, semmai è servire il cinema italiano”.

Un cinema che potrebbe trarre risorse anche dall’impegno dei broadcaster come ha ricordato il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. “E’ giusto che non solo Rai e Mediaset ma anche altri operatori della tv e delle telecomunicazioni concorrano, seppure ognuno in modo diverso, a sostenere il cinema che poi passa sui loro schermi, in internet o sui telefonini”. In questo senso esiste un impegno congiunto con il ministero dei Beni Culturali per la revisione dell’articolo 44 del testo unico per la tv. “Naturalmente – ha aggiunto Gentiloni – non sono la stessa cosa i vincoli che si possono imporre a un grande editore televisivo rispetto a quelli che si possono chiedere a uno che fa tv sui telefonini. Ci accostiamo a questa materia con prudenza, come stanno facendo tutti i paesi europei, ma alcuni principi generali sono indispensabili”.

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03 Maggio 2007

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