CANNES. Roma città aperta, Paisà , Germania anno zero, L’amore, Stromboli terra di Dio, La macchina ammazzacattivi, Viaggio in Italia, La paura, India, La forza e la ragione, dieci straordinari film di Roberto Rossellini che godranno del restauro digitale. Questi titoli fanno parte del Progetto Rossellini, l’iniziativa voluta e realizzata da Cinecittà Luce, Cineteca di Bologna – che ne cura il restauro presso il Laboratorio l’Immagine Ritrovata -, CSC-Cineteca Nazionale e Coproduction Office distributore internazionale, per mostrare nella sua più meritata veste l’opera di un grande autore.
Prima tappa del Progetto Rossellini è la presentazione qui al Festival, nella sezione Cannes Classics, de La macchina ammazzacattivi (1952): il “disperso dei dispersi”, come ebbe a definirlo Federico Fellini, una pellicola meno frequentata della filmografia rosselliniana, che vede il regista in un’incursione geniale nella commedia e nella satira.
In seguito toccherà a India che verrà presentato restaurato alla Mostra di Venezia, come annuncia l’AD Luciano Sovena, per poi fare tappa a Calcutta, Mumbay e Berlino. Così grazie al Progetto Rossellini, i dieci titoli verranno presentati con eventi speciali e dedicati nei più importanti Festival e rassegne internazionali.
“Cinecittà Luce è orgogliosa di riportare dopo tanti anni in Italia e nel mondo i capolavori di Rossellini, che ha conservato e commercializzato in quanto detentori dei diritti, per onorare la memoria di uno dei più grandi maestri del cinema mondiale – afferma l’AD Sovena – ancora attualissimo e punto di riferimento per i cineasti di domani”.
Per Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, “CinecittàLuce, che ha fatto il miracolo di dipanare la spinosa questione dei diritti di Rossellini e tra tanti grandi registi italiani restaurati era l’unico che mancava all’appello”.
Renzo Rossellini è contento di riportare suo padre a Cannes dove nel 1977, pochi giorni prima di morire, presiedendo la giuria si battè e fece vincere Padre padrone “che secondo i francesi aveva un difetto: era stato prodotto dalla Rai, quindi dalla televisione”. La macchina ammazzacattivi per Rossellini jr. è un film di fantasia, una favola sul presente del dopoguerra. “E’ considerato un’opera minore, ma senza questo non sarebbe cresciuto. Con questo film sbatte la porta al Neorealismo, da cui voleva uscire, era scocciato di avere questa etichetta. Ha cercato di fare ogni film diverso dagli altri e per questo motivo è stato spesso insultato dalla critica”.
Che cosa racconta il film? La storia del fotografo di paese Celestino Esposito il quale, grazie alla rivelazione di uno strano personaggio (che si scoprirà essere il diavolo), apprende che la propria macchina fotografica è in grado con un semplice clic di provocare la morte delle persone cattive. Ne approfitta dunque per vendicarsi della gente che gli ha fatto del male, rifotografandola e facendola sparire. Ma è davvero così facile tracciare una linea netta tra il bene e il male? In certi casi no. Celestino, incapace di sopportare oltre il peso del giustiziere, convincerà il diavolo a far tornare in vita le sue vittime.
Al soggetto de La macchina ammazzacattivi collaborò Eduardo De Filippo e Rossellini produce e dirige il film a metà del 1948 che nelle sale arriva solo nel maggio 1952. Come scrive puntualmente Adriano Aprà “è una ‘commedia sperimentale’, un apologo morale, che sviluppa alcuni elementi de Il miracolo“. Si rivela un inaspettato aspetto artistico del regista, quello di acuto e brillante umorista.
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