Un’opera prima girata clandestinamente all’Avana e un film realizzato in Armenia da un esiliato kurdo iracheno. Sono le scommesse 2003 di Rosanna Seregni, iperattiva presidente della Sintra che punta tutto, o quasi, sulla coproduzione. Siete Dias Siete Noches, primo episodio della trilogia cubana di Joel Cano Obrégon racconta con l’agilità del digitale i destini incrociati di tre donne, una sospetta infanticida, una giornalista stremata dal controllo, un’aspirante ballerina. Vodka Lemon, terzo lungometraggio di Hiner Saleem pronto a metà agosto, porta sullo schermo la vita nella periferia dell’ex Unione Sovietica attraverso l’incontro tra Hamo, nostalgico dell’Armata Rossa e della moglie morta, e Nina, vedova poverissima ma aperta al nuovo. Seregni ci svela anche i progetti in cantiere per il 2004.
Dove nasce la scelta di investire sulla coproduzione?
In Italia le possibilità di produrre senza legami con cordate precise sono ridottissime. Poi c’è anche una ragione culturale: il respiro internazionale delle coproduzioni. Prediligo film personali ed emotivi, ambientati in paesaggi particolari. Non a caso amo il cinema latino americano. Ma adoro anche il cinema di genere, poco praticato in Italia.
Puoi raccontarci la storia produttiva dei film di Obrégon e Saleem?
L’investimento per Siete Dias Siete Noches, pari a 600.000 euro, è equamente ripartito con Michel Reillac della Mélange e Cyriac Auriol di Les Films du Requin. Con loro, se tutto andrà bene, produrrò anche gli altri episodi della trilogia. Sono entrata nel progetto a riprese concluse, farò domanda per ottenere la nazionalità ma non avrà accesso ai contributi statali. Il budget di Vodka Lemon, un film dalla straordinaria forza emotiva, dalle atmosfere affini a quelle di Antonioni e Angelopoulos, è pari a 1 milione 800.000 euro divisi tra Francia (80%), Svizzera (10%) e Italia 10%. Quando si tratta di investimenti di questa portata credo che chi produce debba rischiare senza ricorrere al finanziamento pubblico. Presenteremo entrambi i titoli ai selezionatori dei festival più importanti. Ancora non ci sono accordi per la distribuzione estera mentre quella italiana di Vodka Lemon sarà affidata a Lady Film.
“Siete dias e siete noches” è un film anticastrista?
Joel ha girato senza permessi e ha rinunciato ai finanziamenti dell’Istituto del cinema cubano perché voleva la libertà totale, ma non è anticastrista. Proveremo anzi a portare il film al Festival del cinema latino americano dell’Avana.
Stai lavorando anche sul cinema di genere?
Si. Su un thriller gotico prodotto con Spagna e Inghilterra dal titolo Anastezi. La sceneggiatura è nata in Italia da un’idea di Fiorenzo Senese. L’ha scritta con Salvatore De Mola poi data a Martin Casariego per la revisione. Il regista però l’abbiamo trovato in Spagna, fucina di nuovi talenti per il cinema di genere. E’ Miquel Alcantud, regista di Impulsos. La pellicola sarà ambientata in Puglia, in una località desolata dove un grande musicista tiene un seminario per violinisti. Tra loro si verificano misteriose sparizioni. Il cast non è ancora definito, ma è certo che il giovane protagonista sarà italiano e che a firmare le musiche sarà Gianfranco Salvatore.
Titoli italiani?
Insieme ad Intramovies nel 2004 produrrò Estate nera, il nuovo film di Lucio Gaudino. Un giallo tratto dal romanzo di Remo Guerrini e sceneggiato da Giovanna Guidoni. Lo stesso anno sarà realizzata anche la trasposizione contemporanea dell’opera lirica Pagliacci. Protagonisti il tenore Roberto Alagna e la soprano Angela Gheorghiu, la coppia della Tosca di Jacquot.
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