Lo Studio Luca Musk Art presenta un nuovo progetto artistico dedicato a Pupi Avati, autorizzato dal regista stesso. L’iniziativa si concentra sulla decostruzione di fotogrammi tratti dai film più importanti della DueA Film S.p.a., con la collaborazione di Giovanni Gifuni (consulente cinematografico) e Paola Amalia Amadesi (scrittrice e saggista).
Un elemento distintivo del progetto è l’uso delle foto di scena concesse dalla DueA Film, tra cui quelle de La casa dalle finestre che ridono, per la creazione di opere analogiche e digitali a cura dello scenografo e illustratore Luca Muscio. In una fase successiva, Larosa Purpurea realizzerà tavole illustrate raffiguranti i personaggi iconici del cinema di Avati.
L’idea della retrospettiva è nata dopo la visita dei fratelli Avati alla mostra Bloody Movies il 6 novembre, dove hanno visto in anteprima opere scenografico-pittoriche legate al cinema gotico.
Luca Musk sottolinea l’intento del progetto: “valorizzare la scenografia e la fotografia dei film di Avati attraverso tecniche artistiche come acquerelli monocromatici e chine, per trasmettere emozioni in modo più artigianale rispetto ai mezzi digitali. Il maestro Luigi Marchione definisce questo approccio una “vecchia guardia” dell’arte scenografica, mentre Antonello Geleng ne apprezza l’effetto evocativo e la libertà creativa”.
La retrospettiva è anche legata al film, di recentissima uscita, L’orto americano. L’artista romano, grazie all’esclusività dell’utilizzo delle originali foto di scena del film, gentilmente concesse dalla DueA Film (la società di produzione dei fratelli Avati), rappresenterà ed enfatizzerà la forza espressiva del bianco e nero “gotico”, di grande suggestione, che caratterizza il nuovo film del Maestro bolognese.
Come ha recentemente affermato lo stesso regista “il bianco e nero ti riporta al cinema che ti ha formato, nell’immagine ma anche nel suono”, tant’è che nel film è stata inserita anche la sega suonata con l’archetto, la stessa che il regista Robert Siodmak aveva utilizzato in quel capolavoro del noir che è “La scala a chiocciola” del 1946. Servendosi di tali foto che raccontano la storia del film in modo quasi “scientifico”, Musk rievocherà le emozioni di quest’ultima fatica di Avati.
La prefazione della retrospettiva sarà redatta dal consulente cinematografico Giovanni Gifuni, mentre la curatela verrà affidata alla scrittrice Paola Amadesi.
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