Renée Zellweger: “Bridget è cresciuta, ma è sempre magica”

L'attrice americana è a Roma per presentare il quarto capitolo del franchise, in uscita il 27 febbraio con Universal Pictures. "Un quinto film? Non è previsto, ma magari Bridget mi farà toctoc sulla spalla"


Gli Oscar Renée Zellweger li ha vinti per Ritorno a Cold Mountain e Judy – è una delle sette attrici insieme a Helen Hayes, Ingrid Bergman, Maggie Smith, Meryl Streep, Jessica Lange e Cate Blanchett ad essersi aggiudicata la statuetta sia come protagonista che come non protagonista – ma senza dubbio la sua popolarità è legata a un personaggio diventato iconico e quasi inossidabile, quello di Bridget Jones. E’ il 2000 quando interpreta per la prima volta la romantica e impacciata single trentenne protagonista de Il diario di Bridget Jones, tratto dall’omonimo libro di Helen Fielding. E ora siamo al quarto capitolo del franchise dopo Che pasticcio, Bridget Jones! e Bridget Jones’ Baby. L’abbiamo vista ossessionata dalle diete, indecisa in amore, gelosa, tradita e traditrice, ora la vediamo in una fase delicata, quella dell’elaborazione del lutto.

L’attrice americana, oggi 55enne, si ritrova dunque nei panni dell’eroina di tante giovani donne, che si sono riconosciute e identificate nel personaggio con Bridget Jones – Un amore di ragazzo, dove è la mamma di due bambini e vedova dell’amato Mark Darcy (Colin Firth), morto in missione umanitaria in Africa e che ancora le appare come un fantasma affettuoso. Tutti gli amici sono preoccupati per lei e vorrebbero che tornasse a innamorarsi, anzi ancor prima a fare sesso. Tra questi c’è lo storico ex Daniel Cleaver (Hugh Grant), sempre donnaiolo anche se incanutito e con qualche problemino cardiaco, che si presta a farle da sconclusionato babysitter.

Il film, nelle sale il 27 febbraio con Universal Pictures, dopo le anteprime per San Valentino, affronta diversi aspetti dell’amore contemporaneo, anche più leggeri e buffi, da Tinder al ghosting fino alle relazioni, finalmente entrate nella normalità, con uomini molto più giovani, i cosiddetti toy boy. Il cuore di Bridget sarà infatti diviso tra il 29nne Roxter (Leo Woodall) e il serio professor Wallaker (Chiwetel Ejiofor), insegnante e figura paterna per il figlio Bill. Intanto, anche su consiglio della saggia ginecologa (Emma Thompson) Bridget ha ripreso a lavorare come producer in tv.

“Bridget è magica, ci fa sentire capiti e ci dà speranza. Qualsiasi generazione e cultura riesce a identificarsi con lei per i momenti profondamente umani che vive, le incertezze, lo sconforto, la ricerca di se stessi. E questo fa di lei una fonte di ispirazione. Nonostante sia imperfetta, disordinata e lontana dai canoni di bellezza imposti dalla società, lei riesce comunque a trionfare”, spiega Renée Zellweger, che ha con questo personaggio una relazione quasi simbiotica. “Con lei condivido il pessimo rapporto con il tempo e la vena romantica. Lei è un vero regalo per me, parlo di Bridget tutti i giorni, perché c’è sempre qualcuno che mi ferma per raccontarmi la sua esperienza con questa saga”.

E ammette che questo quarto film della serie è più malinconico e serio. “Rappresentiamo in modo autentico un momento complicato della sua vita, sarebbe stato ridicolo se avesse gli stessi pensieri di quando aveva trent’anni, ma l’essenza di Bridget resta la stessa. Non smette mai di andare alla ricerca della parte romantica, di essere ottimista, dolce e vera. Ciascun capitolo di questa storia corrisponde a un capitolo della nostra vita”. E alla Bridget di 25 anni fa manda un semplice e chiaro messaggio: “stai tranquilla, andrà tutto bene”.

Ad accompagnarla anche il regista Michael Morris (che ha sostituito Sharon Maguire e Beeban Kidron) e i due attori Leo Woodall e Chiwetel Ejiofor. “Io mi identifico con lei, ho imparato ad abbracciare il caos, lei è capace di cadere e rialzarsi”, dice Morris. Sentimento condiviso anche da Ejiofor (“Quando ho visto il primo film di Bridget ho pensato che anche molti uomini si sarebbero sentiti capiti grazie a lei. Io mi ci sono rivisto e l’ho amata”) e Woodall (“lei non nasconde le sue imperfezioni e stranezze, è stato di aiuto per me”). Questo dovrebbe essere l’ultimo capitolo, ma Zellweger ha un desiderio che non nasconde: “Spero che Bridget possa farmi toc toc sulla spalla”.

Aggiunge Michael Morris: “Oggi Bridget affronta aspetti emotivamente più forti e dolorosi, come la perdita della persona amata e il modo in cui viviamo dopo aver perso l’amore. C’è un’immagine chiave nel film, quando lei e i bambini lasciano volare dei palloncini in cielo con i loro messaggi per Mark”.

Infine sulla scelta, un tema ricorrente nella favola contemporanea di Bridget Jones. “Il motivo della sua scelta tra il professore e il toy boy è e resta un mistero”, conclude Renée, senza voler rivelare di più.

A lei Vanity Fair ha dedicato la copertina. Tra i temi toccati nell’intervista la maternità che, dice, “poteva essere una possibilità, ma che certo non era l’unico scopo della vita. Sarei stata felice se fossero arrivati dei figli. Ma non è successo. Però non penso mai alle cose che non ho, e mi sento molto fortunata. La mia vita è stata un successo comunque”.

Non manca una riflessione sulla differenza d’età nelle coppie (l’attrice è legata al conduttore televisivo britannico Ant Anstead, di dieci anni più giovane): “Quello che fanno gli altri, nelle loro relazioni, non dovrebbe interessarci, io sono felice per chiunque trovi l’amore, in qualunque modo. Oggi comunque noto che è molto meno un problema di un tempo, sono stereotipi che stanno scomparendo, perché stiamo iniziando a riconoscere che l’amore non deve rientrare in parametri rigidi che la società ha, in un certo senso, ritenuto appropriati per circa mille anni, no?”.

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05 Febbraio 2025

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