Quelle spagnole del sesto piano

BERLINO – Si sorride piacevolmente alla Berlinale con la commedia francese, fuori concorso, Les Femmes du 6ème étage di Philippe Le Guay con Fabrice Luchini (impegnato in un personaggio che si rivela agli antipodi rispetto al padrone delle ferriere di Potiche), Sandrine Kiberlain, l’argentina Natalia Verbeke e le spagnole Carmen Maura e Lola Dueñas, Ambientato a Parigi nel 1962, alla fine della guerra d’Algeria, in piena era De Gaulle, il film racconta la trasformazione psicologica di un ricco borghese, esperto di alta finanza, tipo pedante e piuttosto spento, che riscopre il piacere della vita in compagnia delle pittoresche cameriere spagnole che abitano al sesto piano del suo palazzo. Sei donne molto diverse per età e carattere, ma tutte allegre e dotate di una saggezza istintiva sconosciuta a sua moglie. Le señoras lo trasportano in un universo colorato e protettivo, tanto da convincerlo ad abbattere gli steccati sociali. Nel frattempo si innamora di una di loro, la giovane Maria, a servizio proprio nella sua casa. Ma il film trova un felice equilibrio tra l’aspetto romantico e quello corale. “L’idea – racconta il regista – nasce dalle mie memorie d’infanzia. Avevo una tata spagnola, Lourdes, che si prendeva cura di me molto più di mia madre, tanto che quando ho iniziato a parlare mescolavo la sua lingua col francese. Ma quando poi abbiamo cominciato a scrivere la sceneggiatura, con Jerome Tonnerre, ci siamo resi conto che la storia di un bambino trascurato era un po’ troppo nostalgica. Così ci è venuto in mente di cambiare la prospettiva, parlando del rapporto tra le domestiche spagnole e un uomo di cinquant’anni”.