Quell’amore premiato a Sanremo


L’amore declinato nelle diverse età della vita: la giovinezza, la maturità e l’oltre che sta per vecchiaia o terza età, ma forse è meglio non citarle. Giovanni Veronesi al suo terzo Manuale d’amore, dal 25 febbraio in 700 copie con Flimauro, prova a parlare con la sua commedia un po’ buonista alle diverse fasce di pubblico: ai giovani, ai meno giovani, a chi è un po’ in là con gli anni. 

A raccontare il momento delle grandi scelte, quando si diventa finalmente adulti, sono il bel tenebroso e un po’ bugiardo Riccardo Scamarcio, prossimo alla convivenza con la fidanzata tanto innamorata (Valeria Solarino), e la misteriosa e provocante Laura Chiatti nella cui rete s’impiglia il giovane.
Carlo Verdone, con l’episodio più divertente e riuscito, è invece un affermato e vanitoso anchorman, un giornalista televisivo con tanto di parrucchino, che viene ingannato e sedotto da un’incontenibile psicopatica, una Donatella Finocchiaro per la prima volta in versione tragicomica. Finirà per perdere i suoi affetti familiari e per mettere in gioco la sua carriera, ritrovandosi inviato in Africa.

A una morbida e materna Monica Bellucci e a un sornione e serafico Robert De Niro, non doppiato e accettabile in versione italiana doc, il compito di ricordarci con la loro imprevedibile unione che in amore non c’è nulla di scontato. In ‘Oltre’ un ultrasessantenne professore americano di storia dell’arte, solitario e riservato nonché divorziato dalla moglie, crede che la propria vita sentimentale sia ormai finita e invece Cupido bussa di nuovo alla porta.

“Mi dovrete sopportare per altri due Manuali, perché si tratta di un pentalogo sull’amore che mi diverto a realizzare attraverso le lenti del grottesco e dell’ironia – dice Veronesi – Mi va di farli perché questi film non danno risposte ma pongono domande, aiutano a capire una materia non semplice”.
Il regista li chiama capitoli e ha voluto che fossero non più di tre per lasciare spazio alle storie. Il primo, ‘Giovinezza’, è quello più personale perché mette in scena i suoi amici, i suoi luoghi, Castiglione della Pescaia. “E quella stagione dell’esistenza in cui ti ritrovi uno strascico di giovinezza da vivere, un residuo di pena che se ne sta in un posto impensato, come accade al giovane ambizioso avvocato Roberto, travolto dall’incontro con Micol”.

Il capitolo ‘Maturità’ è una storia tipica dei nostri tempi, una vicenda di ‘stalking’, che vede il povero Verdone ancora una volta cacciarsi nei guai come il simpatico medico in trasferta russa di Italians.

“C’è tanta vanità in giro e il mio personaggio ne è la conferma, vive in adorazione di sé, perciò non ha tradito mai la moglie. E’ un mezzobusto, prossimo alla pensione, che si sgretola, perde dignità e ruolo finendo ostaggio di pirati somali. Una scena divertentissima quest’ultima frutto di un’indovinata intuizione”, rivela l’attore e regista.
“Rido moltissimo quando Carlo è in difficoltà perché i suoi tempi comici si allargano. Così in tutti i film fatti insieme cerco sempre di inserirlo in un contesto ‘ sfavorevole’, in particolare accanto a donne che lo destabilizzano. Una volta mi ha detto di non essere mai stato così tante volte in mutande come sui miei set”.

Nel cast del film, oltre a un simpatico Michele Placido nei panni di un portiere dello stabile, Lella Costa, il disegnatore Vauro Senesi, e soprattutto la voce di Raphael Gualazzi il pianista jazzista vincitore della categoria Giovani dell’ultimo Festival di Sanremo con il brano ‘Follia d’amore’. “Merito di Caterina Caselli, scopritrice di talenti musicali, che poco prima di Natale è venuta da noi e ci ha fatto conoscere e ascoltare il brano e il suo interprete”, rivela Veronesi.

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22 Febbraio 2011

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