Con hit assolute al suo attivo come Get Lucky e Happy, Pharrell Williams – cantore contemporaneo dell’ottimismo e della resilienza – è decisamente diventato una star a livello planetario. Rapper, compositore, produttore musicale, cantante (anche se si dichiara “insoddisfatto” della sua voce), persino creatore di moda con collaborazioni con griffe importanti, attivista per i diritti degli afroamericani e chi più ne ha più ne metta.
Un artista poliedrico e amatissimo che affida adesso la sua autobiografia a un singolare documentario LEGO. Si chiama Piece by Piece il film che sintetizza nel titolo un doppio binario di lettura, da una parte l’uso dei famosi mattoncini per costruire un universo parallelo (e credibilissimo, basti guardare la risacca del mare), dall’altra la filosofia del personaggio, convinto di dover costruire la vita con i pezzi a sua disposizione, anche partendo molto dal basso. Di sicuro un documentario innovativo, che scardina molti stereotipi e finisce per travolgere anche lo spettatore più scettico. Naturalmente molto del suo appeal si deve alla musica, le hit ci sono tutte, come anche i primi lavori con i Neptunes insieme all’amico e complice Chad Hugo, in più cinque nuovi brani scritti apposta per il film.
Del resto, il legame tra il cinema e Pharrell (classe 1973, originario di Virginia Beach, dove è nato e cresciuto in un quartiere periferico e black) è solido e incontestabile: a partire dal contributo dato a varie colonne sonore fino alla dichiarata passione per Star Trek. Un brano diventato virale in tutto il mondo come Happy venne scritto, infatti, proprio per il cartoon Cattivissimo me 2.
Se l’idea del LEGO movie è venuta direttamente a Pharrell, è merito del regista Morgan Neville, specialista di documentari biografici live, aver gestito al meglio una formula che valorizza al massimo il ritmo musicale lasciandoci giocare, letteralmente, con i mitici mattoncini, mai così ironici e autoironici, mai così performanti. Un modo per superare la noia del classico film di “talking heads” con le interviste cucite una dopo l’altra. Se i personaggi sono rigorosamente creature dell’universo Lego, le voci sono quelle autentiche dei veri protagonisti della storia, a partire da Pharell e dallo stesso Neville, impegnati in un’intervista che fa da struttura portante al film. E poi ci sono Gwen Stefani, Kendrick Lamar, Timbaland, Justin Timberlake, Busta Rhymes, Jay-Z e Snoop Dogg. Tutta gente che ha incrociato il suo percorso artistico e umano con quello del rapper nato con una passione tutta speciale per la musica – e con la capacità sinestetica di vedere le note trasformate in immagini e colori – e cresciuto da una nonna molto energica convinta che qualsiasi obiettivo si può raggiungere grazie all’impegno, uno dei più classici leitmotiv della cultura americana.
Non manca il tributo a Stevie Wonder, uno dei suoi massimi ispiratori, mentre tra le apparizioni vip figura anche Oprah nella celebre intervista tv in cui Williams si commuove fino alle lacrime e mostra il suo impegno a favore del movimento Black Lives Matter. Infine uno spazio non residuale è dato, accanto alle salite e discese di una carriera musicale straordinaria quanto altalenante, proprio perché nata dal nulla, anche alla figura della moglie di Pharrell, Helen.
Dopo il debutto al Festival di Telluride, Piece by Piece arriva in sala in Italia con Universal dal 5 dicembre.
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