Pier Paolo Pasolini approda a Singapore portando con sé tutto il suo potere conturbante. La personale del corsaro, che ha già attraversato i 5 continenti, è uno dei fiori all’occhiello del festival internazionale (17 aprile – 3 maggio) ma dal corpus è stato “tagliato” Il fiore delle mille e una notte. Il film, girato nel 1974 e scritto dal regista insieme a Dacia Maraini, non ha ottenuto il visto della censura. Così l’organizzazione della manifestazione ha preferito escluderlo per non presentarlo mutilata di alcune scene. Un segno di rispetto a “uno dei più grandi poeti italiani del XX secolo, che ha soffuso tutte le sue opere con la solennità e l’asciuttezza della pittura e della letteratura medioevali”.
Lorenzo Codelli, corrispondente italiano del festival spiega: “Singapore è un paese ipertecnologico, multietnico, una vera democrazia, sin troppo attenta a non offendere nessuno. Nel caso di Il fiore delle mille e una notte la pietra dello scandalo è stata una scena in cui un personaggio di fede islamica, non maggioritaria ma riconosciuta dallo stato di Singapore assieme al altre religioni, si comporta in modo non rituale”.
“Eppure – precisa – temi forti come la violenza di Salò o le 120 giornate di Sodoma o in genere la sessualità, non hanno scatenato reazioni tra i censori”.
Nella personale, realizzata dalla Fondazione Pasolini, sono stati inseriti anche Pier Paolo Pasolini – La ragione di un sogno di Laura Betti e Un mondo d’amore, il film in cui Aurelio Grimaldi ricorda un doloroso episodio della vita dell’intellettuale: l’incriminazione per corruzione di minorenne avvenuta in Friuli nel 1949.
Tra gli altri italiani del Singapore International film Festival Marco Bellocchio, in concorso con L’ora di religione e le coproduzioni The Tracker di Rolf de Heer e Kedma di Amos Gitai, entrambi in sezioni collaterali.
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