PARENTI, SERPENTI?


Troppo spesso cinema e stampa si guardano come nemici e dimenticano quella “parentela” che dovrebbe avere un unico obiettivo finale: il rapporto con il pubblico. Che è poi il lettore che acquista i giornali, ma al tempo stesso lo spettatore che è (finalmente) tornato nelle sale cinematografiche e il telespettatore che a volte tradisce il grande per il piccolo schermo anche per la visione di un film.
Ecco perché a Roma sabato 25 gennaio (h. 10.30), presso la Federazione nazionale della stampa, con un titolo (rubato alla grande commedia caustica di Mario Monicelli) Parenti, serpenti? che gioca palesemente sull’amore-odio da sempre dichiarato tra i due fronti,abbiamo deciso di promuovere un incontro che sia il mondo dello spettacolo sia quello del giornalismo hanno atteso a lungo per confrontarsi, senza troppe diplomazie, sulle incomprensioni, i problemi, i punti di vista e i meccanismi della cronaca giornalistica, ma anche del marketing che guida sempre più spesso l’informazione sul cinema.
Insieme a Italia Cinema che vive questo clima costantemente al fianco degli autori, promuovendoli istituzionalmente, abbiamo affidato opinioni, insoddisfazioni e giudizi dei protagonisti, tutti invitati comunque in sala, ad un video (realizzato da Mario Canale) che non ha risparmiato ai giornali le critiche del cinema.
Ma i punti di vista espressi sul nostro lavoro da personaggi come Sergio Castellitto, Wilma Labate o Carlo Lizzani, Ermanno Olmi, Emanuele Crialese, Gabriele Muccino, e tra gli altri, Paolo Virzì, Mimmo Calopresti, non sembrano il solito ‘cahier des doleancés’. Piuttosto un grido di dolore, o in qualche caso una denuncia precisa di incomprensioni e meccanismi che c’entrano più con i poteri più o meno forti interni e soprattutto esterni alle redazioni che con qualche rigurgito di volontà censoria. Siamo certi, avendo ascoltato anche le opinioni di chi sta dietro e più in alto di noi, in redazione, che uno scambio più sincero e un confronto sui problemi ‘veri’ sia solo salutare al cinema, e in particolare al cinema italiano.
Troppi film e autori italiani finiscono, infatti, per essere surclassati nelle alchimie redazionali da logiche, protagonisti e abitudini che sembrano in sintonia con meccanismi più complessi delle semplici scelte professionali. A volte anche di quelle del cronista più attento o del caporedattore più sensibile. Per noi non è che l’inizio, il punto di partenza per un dialogo, e una ‘parentela’ che è nelle intenzioni del Sngci rendere sempre più stretti…
Si legge più cinema. Ma quale cinema? Proviamo insieme a rispondere.

autore
24 Gennaio 2003

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