PAPPI CORSICATO


Arcipelago presenta l’arte contemporanea raccontata dalla prospettiva eclettica di Pappi Corsicato, quarantatrenne regista napoletano di Libera, Chimera, I buchi neri. Quattordici documentari che il regista ha realizzato negli ultimi 7 anni sull’onda di una grande passione per l’arte contemporanea, in particolare per gli esponenti storici dell’Avan/Trans avanguardia. La rassegna è ora finalmente visibile a Roma dopo il grande successo riscosso alla Modern Tate Gallery di New York e al Centre Beaubourg di Parigi.

Com’è iniziato questo viaggio nel mondo dell’arte contemporanea?
Un po’ per caso. Nel 1996 Mimmo Paladino allestiva una mostra “neo-apocalittica” a Piazza del Plebiscito a Napoli e mi ha chiesto di realizzare un documentario che filmasse tutta la fase preparatoria alla mostra. Questo filmato, La montagna di sale, è stato veramente girato con una macchinetta a mano, ma da li è nata l’idea di farne altri (Offertorio, I colori della città celeste) che hanno cominciato a girare per festival fino a che 7art li ha inseriti nella sua programmazione. A quel punto gli artisti stessi hanno cominciato a chiamarmi.

Ma i tuoi documentari non sono solo riproduzioni delle immagini o delle installazioni che osservi.
Succede così: l’artista mi chiede di fare una cosa, ma poi, se il suo lavoro mi intriga particolarmente, interviene il mio sguardo rispetto all’opera. Per esempio Mario Merz voleva che in Piazza del Plebiscito mettessi molte persone che rendessero viva l’istallazione. All’inizio gli ho detto di sì ma poi ci ho ripensato, ho preso degli elefanti dal Circo Orfei e li ho fatti girare liberi nella piazza. Erano tutti un po’ scettici ma poi l’idea è piaciuta molto.

Un lavoro così impegnativo non disturba la tua attività di regista di lungometraggi?
Diciamo che il film ha la priorità, ma spesso realizzare questi documentari è fonte di nuove idee per i miei soggetti.

Stai lavorando su un nuovo film?
Ho scritto diverse sceneggiature ma sono forse un po’ troppo sopra le righe e ora devo fare un lavoro di contestualizzazione delle idee. Sto leggendo anche molti libri ma non come forma di ispirazione diretta, piuttosto è lo stravolgimento delle storie che leggo ad incuriosirmi.

Sarà qualcosa legato all’arte? Tu dipingi anche…
Si, ma ho troppo pudore per mostrare i miei quadri, mi piacerebbe realizzare qualcosa che unisse l’elemento visivo alla performance recitativa, ma non di tipo teatrale, più di installazione.

autore
25 Giugno 2003

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